Come aiutare i bambini a capire cos’è l’Intelligenza Artificiale

bambini e intelligenza artificiale

Le Intelligenze Artificiali ricoprono da tempo un ruolo rilevante nella nostra società. Più o meno tutti siamo ormai assuefatti alla loro presenza e senza farci troppe domande da anni cediamo pezzi della nostra privacy (in altre parole, dati) in cambio di informazioni, intrattenimento, relazioni e agevolazioni nella vita di tutti i giorni. Con il nome di ‘algoritmi’, infatti, le IA determinano e personalizzano per ciascuno di noi i newsfeed dei social network, i risultati dei motori di ricerca, i video suggeriti dalle piattaforme VOD e gli itinerari di viaggio sui servizi di mappe… Nonostante ciò, quando la scorsa primavera le IA hanno rivelato di poter fare di più e di saper ‘generare’ contenuti alla stregua di un essere umano (in particolare, testi e immagini), il clamore e i timori suscitati nell’opinione pubblica hanno rivelato quanto poco fossimo consapevoli della loro avanzata e del loro livello di sviluppo.

Chat GPT, Dall-E, Midjourney e Bard si sono presentate come prodigi tecnologici capaci di ridisegnare il futuro e inevitabilmente hanno riportato in campo gli schieramenti contrapposti di apocalittici e integrati, impegnati a evidenziare rischi e opportunità impliciti in questi strumenti.

Di fatto sono molti i punti aperti e le criticità su cui occorre riflettere. Le leggi che intervengono a normare l’utilizzo delle IA anche da un punto di vista etico, come l’AI Act europeo, le azioni (inutili) per rallentarne l’avanzamento, l’attribuzione dei diritti d’autore in relazione ai  testi, immagini e audio creati dalle macchine, l’impatto sul mondo dell’istruzione e sul concetto di creatività umana… sono solo alcuni degli aspetti su cui stimolare l’opinione pubblica quando si parla di algoritmi, machine e deep learning. Ma ancor più necessario è intavolare il confronto su questi argomenti con i ragazzi e i bambini. Occorre infatti orientarli ad inquadrare la presenza di questi strumenti che tanto impatteranno sulle loro vite future utilizzando spirito critico ed evitando inutili allarmismi.

Ecco quindi alcuni consigli per iniziare a riflettere sulle IA con i più giovani, facendo notare che…

Stai già usando le Intelligenze Artificiali

Il primo passo per introdurre l’argomento ai bambini è portare alla loro attenzione la presenza delle IA che già utilizzano: quando YouTube e TikTok suggeriscono nuovi video, facilmente lo fanno ‘indovinando’ i loro gusti, ovvero tenendo conto anche delle precedenti sessioni di visione (sia loro che degli altri utenti). Possiamo quindi invitarli a individuare altri algoritmi di raccomandazione vicini alla loro esperienza, per esempio quelli che suggeriscono il percorso da fare in auto a seconda del traffico. Oppure a interrogarsi su come gli assistenti vocali presenti nei telefonini e negli smartspeaker di casa possano comprendere e rispondere con sempre maggiore precisione alle domande che gli indirizziamo. O infine a domandarsi come fanno gli smartphone a suddividere le foto che abbiamo in archivio in base al soggetto fotografato.

Le macchine possono apprendere, non solo eseguire

Il passo successivo consiste nell’introdurre il concetto di machine learning, che è una componente fondamentale dell’IA. Il machine learning rappresenta la capacità dei computer di apprendere e migliorare le proprie prestazioni in base ai dati che ricevono. In altre parole, la macchina non esegue solo comandi specifici, ma può diventare sempre più brava nelle sue risposte grazie all’esperienza accumulata. Per spiegare questo concetto, possiamo fornire ai bambini un esempio: immaginate di dover spostare un veicolo robotico attraverso un percorso pieno di ostacoli per raggiungere un premio. Senza il machine learning, dovreste fornire al robot istruzioni dettagliate su come muoversi: quando girare, quando frenare, quando accelerare e quando girare a destra o sinistra. Sarebbe come giocare a un videogioco con un joystick.

Ma se questo robot fosse dotato di capacità di machine learning, avrebbe già imparato come comportarsi su percorsi simili in passato e non avrebbe bisogno di essere guidato. Saprebbe come evitare gli ostacoli e raggiungere il premio da solo, grazie all’esperienza acquisita in precedenza. Questo è ciò a cui serve il machine learning: consentire alle macchine di apprendere e diventare più intelligenti per svolgere dei compiti al nostro posto.

Le IA possono creare, ma siamo noi a fornire gli esempi

È arrivato il momento di spiegare ai bambini che le IA hanno sviluppato anche la capacità di creare, in particolare testi, immagini e suoni. Riportiamoli all’esempio del robot, che questa volta avrà inclinazioni artistiche e, poiché dotato di IA, potrà disegnare, scrivere storie e creare musica in modo originale. Quando gli mostriamo delle immagini di animali il robot può infatti inventarne di nuovi (come un mix tra un elefante e un drago), quando gli diamo l’inizio di una storia può scriverne il seguito e quando gli proponiamo delle note musicali può creare una nuova canzone. Per fare ciò il robot ha dovuto imparare dalle tante informazioni che gli abbiamo fornito in precedenza (milioni di immagini, testi e musiche), riutilizzandole su nostra richiesta per produrre contenuti originali e creativi.
Chiarito questo concetto, potremo quindi utilizzare insieme ai bambini IA come Chat GPT e Midjourney, per vedere come questi ‘robot’, grazie a un comando scritto (il cosiddetto prompt), possano generare un nuovo testo o una nuova immagine.

Ricordati che stai interagendo con una macchina e non con un umano!

Soprattutto se siamo alle prese con i bambini più piccoli, che per esempio interagiscono con uno smart speaker o giocattoli intelligenti, sarà bene evidenziare che davanti a loro c’è una macchina e non un essere umano dotato di sentimenti ed emozioni. Ciò non toglie che debbano però continuare a esprimersi in modo gentile e corretto quando le rivolgono domande e richieste, poiché queste buone abitudini di comunicazione si applicano ovunque e con chiunque.

Le IA sono utili, ma possono essere anche dannose. Dipende da come le usiamo

Per far capire ai bambini la portata dei cambiamenti in corso, facciamoli riflettere sui possibili utilizzi delle IA nel mondo produttivo e nella quotidianità. Per esempio, in campo medico, potrebbero affiancare i medici nella lettura delle radiografie per individuare fratture o anomalie. Oppure nell’agricoltura, droni dotati di l’IA potrebbero analizzare le superfici dei campi e determinare quali aree hanno bisogno di irrigazione o fertilizzante. O anche nel settore automobilistico, dove in un futuro non troppo lontano le auto potranno funzionare da sole utilizzando l’IA per imparare a guidare in modo sicuro.

Parlando di impiego costruttivo e positivo delle IA, potremo di contro far riflettere i giovani sugli esiti di un utilizzo dannoso delle tecnologie emergenti, che porterebbe a controllare, discriminare e fare del male all’uomo. Portiamo loro l’esempio del riconoscimento facciale tramite IA: se è utile per proteggere l’accesso al nostro conto in banca online, potrebbe diventare pericoloso se usato in modo indiscriminato dalla polizia per controllarci. Inoltre, le IA possono essere usate per creare immagini o video falsi (deep fake), facendo fare e dire a personaggi pubblici cose che non hanno mai fatto o detto. In questo modo le IA rischiano di essere un’arma in mano a chi produce disinformazione in modo strumentale.

In chiave di cittadinanza digitale, è importante che tutti siano in grado di esigere le corrette tutele contro un uso invasivo e pericoloso delle nuove tecnologie.

Attento, le AI possono avere dei pregiudizi e sbagliare

Non sempre ciò che risponde o crea una IA è giusto e corretto. Bisogna spiegare ai bambini che per allenare le IA in modo che imparino a rispondere alle nostre domande vengono utilizzati ‘set di dati’ creati da esseri umani, che possono quindi riflettere stereotipi e pregiudizi esistenti nella società. Ad esempio, se mostriamo sempre a una IA immagini di medici maschi e bianchi, potrebbe pensare che tutti i medici siano sempre maschi e bianchi, anche se non è vero, e le sue risposte in merito ai medici finirebbero per rafforzare degli stereotipi che le nostre società combattono da anni. Inoltre, è bene ricordare anche ai più giovani che i chatbot (come Chat GPT) possono avere le cosiddette ‘allucinazioni’, cioè produrre risultati falsi, totalmente inventati o non corretti. La risposta fornita può sembrare efficace e logica, ma non lo è: un’informazione testuale su un personaggio dei Promessi Sposi è plausibile ma sbagliata, un’immagine rappresenta un uomo ma a ben guardarlo la sua mano ha sei dita.

Usa spirito critico nel valutare ciò che le IA producono

Proprio per questi motivi bisogna incoraggiare i bambini e i ragazzi a essere critici riguardo alle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie. Invitiamoli a mettere sempre in discussione i testi, le immagini e i post creati tramite IA, a confrontarli con quelli presi da fonti affidabili e a chiedersi se le risposte che hanno ottenuto contengono pregiudizi.

Se le usi a scuola, ricordati che non possono sostituire né te né l’insegnante

Alla luce di quanto spiegato fin qui, serve ricordare ai ragazzi che ricorrono a programmi come Chat GPT per svolgere i compiti scolastici che non sempre questi forniscono risposte corrette. Inoltre, sarà logico raccomandare loro di usarli non per copiare e imbrogliare, ma come supporto al loro percorso di apprendimento. Potranno, per esempio, essere utili per velocizzare le traduzioni, per riassumere testi lunghi, per impostare la griglia di analisi di un contenuto, portando gli studenti a lavorare con intelligenza sulla scrittura dei ‘prompt’ più adatti ad interrogare la macchina. Come alcuni videogiochi e video di YouTube, anche i programmi che usano IA possono diventare strumenti che migliorano la comprensione di una materia, scientifica o umanistica, ma non si possono sostituire a noi nella costruzione di quel necessario quadro di riferimento in cui organizziamo le nostre conoscenze.