Stare senza social network: è possibile per i nostri ragazzi?
C’è vita fuori dai social network?
È possibile per un ragazzo non passare dai social network, non iscriversi a nessuna piattaforma, e poter comunque stare in contatto con gli amici e con la realtà che li circonda? Oppure un giovane che non ha social network è destinato a stare ai margini della nostra società? E, ancora, un genitore si deve preoccupare se il proprio figlio non ha interesse a farsi delle Stories su Instagram e neanche a guardare quelle degli altri?
Non tutti i ragazzi sono sui social
Potrà sembrare strano ma non tutti i ragazzi usano i social network. Possiamo provare a definirli in questo modo.
Ci sono i ragazzi delle scuole medie. Vorrebbero essere sui social network ma o non possiedono ancora uno smartphone o i genitori hanno imposto il divieto ad aprire un account. Li riconosci perché sono quelli che tengono la testa bassa quando i loro compagni parlano dei social utilizzati.
Poi ci sono i ragazzi ai primi anni delle superiori. Loro potrebbero stare sui social network ma non lo fanno perché non hanno voglia di stare dietro agli account e, dicono, hanno di meglio da fare. Magari hanno aperto uno o più account anni prima ma li trovano noiosi.
Infine ci sono i ragazzi più grandi, ultimo anno delle superiori. Sono quelli che, per scelta, non condividono nulla della propria vita sui social network. Oppure, il discorso non cambia, che li usano talmente poco da non sentirsi parte del mondo social.
I social network non sono tutti uguali e si possono usare in modi diversi
Sembrerebbe esserci vita fuori dai social. Solo in parte, però. Se si indaga un po’ meglio, si scopre che molti di questi ragazzi, compresi quelli delle scuole medie, usano alcuni social network. Ad esempio WhatsApp, piuttosto che Telegram o YouTube.
Sarebbe allora più corretto dire che non utilizzano i social network come Instagram, TikTok o SnapChat. Non frequentano quindi quegli spazi che pongono al centro la pubblicazione e la condivisione della propria vita.
Oppure, mi è capitato di sentire anche questo, usano Instagram solo per seguire cantanti, organizzazioni, canali di intrattenimento di varia natura. Ancora una volta, dunque, non sono proprio fuori dai social. Semplicemente non li usano per mettere in vetrina la propria vita o per curiosare in quella degli altri.
Occorre capire cosa fanno i ragazzi sui social
Del resto, a leggere alcuni report che mettono in luce il comportamento dei giovani online, non si hanno tanti dubbi. Il tempo medio che i ragazzi italiani tra i 16 e i 24 anni passano sulle piattaforme social è di 2 ore e 50 minuti al giorno (Flagship Report 2018 Social GlobalWebIndex). Un tempo elevato, certamente. Ma anche gli adulti non scherzano: 1 ore e 44 minuti al giorno.
I ragazzi, si legge, usano molto le app di instant messaging, con cui chattano tra di loro, e che fanno alzare notevolmente il tempo medio trascorso in rete. Numeri, però, che hanno ormai poco senso se non si considera ciò che viene fatto online.
Tra tutti i dati che ho letto sono rimasto sorpreso da uno in particolare. Il motivo principale che spinge i giovani a stare sui social non è lo stare in contatto con gli amici, come saremmo portati a pensare e che invece occupa la terza posizione. Al primo posto troviamo l’occupare il tempo libero mentre al secondo il cercare contenuti divertenti e coinvolgenti. Leggendo il report scopriamo allora che i ragazzi seguono molto attori e cantanti, che sono tra coloro che guardano maggiormente video sui social network e che, attenzione attenzione, sono anche quelli che leggono più notizie attraverso i social (il 59% tra i ragazzi 16-24 contro il 17% della fascia 55-64 rilevata nell’indagine statistica).
Chiaramente questo non significa che i giovani si informano di più dei loro genitori o nonni. A cambiare sono le modalità di fruizione delle notizie che, per i più giovani, passano soprattutto per i social network. Ma questi dati ci riportano alle domande di partenza.
Guidare i giovani a stare sui social network
Per prima cosa, direi che non esiste ragazzo che, raggiunta una certa età, non sia su nessun social network. Tutti, prima o poi, accedono ad alcuni di questi social. Tra l’altro non penso che i social network rappresentino il male assoluto. Anzi. La vita oggi scorre attraverso la rete ed è bene sapersi muovere all’interno di questo territorio dove imparare a scegliere cosa tenere e cosa invece scartare. Il punto diventa allora come aiutare il ragazzo a trovare i suoi social e come fare in modo che non vi acceda prima dell’età adatta al suo grado di maturazione. Questo dovrebbe essere il focus del genitore. Perché fuori dai social ovviamente c’è vita e l’utilizzo delle varie piattaforme dovrebbe aiutare ad ampliare l’esperienza della vita e non a ridurla.
Resta il fatto che quando ascolto un ragazzo che non sta sui social network ho sempre l’impressione di avere di fronte un semi rivoluzionario. Non esagero. Hanno maturato la loro decisione, si sono informati, hanno deciso di non passare da quei canali come la maggior parte dei loro coetanei. Alcuni di loro, intervistati nel mio libro, mi hanno detto di non voler stare perennemente in vetrina, come invece accade quando si sta su Instagram. Sanno di perdersi qualcosa ma pensano anche che non sia poi così importante. Soprattutto, sono riusciti a trovare altri canali per informarsi e stare in contatto con gli amici.