La LIM in classe

Su Mamamò si è già parlato dell’uso delle LIM, Lavagna Interattiva Multimediale, elencandone le varie parti, i modelli principali e le funzioni maggiormente utilizzate nella didattica.

In questi ultimi anni si sono resi disponibili diversi corsi sull’uso della LIM in classe, anche patrocinati e riconosciuti dal MIUR, a testimoniarne l’importanza nella didattica e il miglioramento dell’efficacia espositiva e comunicativa dei docenti, attraverso esercizi multimediali, video e altro.

lim lavagna interattiva multimediale

La LIM nel setting scolastico

Per presentare qualche proposta operativa e vedere nel dettaglio conseguenze e possibilità di una lezione con lavagna multimediale, è ancora una volta necessario fare un passo indietro e capire come essa sia collocata all’interno del contesto-scuola, quali altri dispositivi digitali siano a disposizione, dove siano e quanto possano essere accessibili. In una parola, esaminare il setting delle nostre aule scolastiche.

Fino a qualche anno fa negli istituti scolastici si era privilegiata la realizzazione di aule informatiche dove trovavano naturale collocazione gli ausili digitali: computer per ogni allievo, stampanti e scanner, e, naturalmente, la LIM. Oppure, dove possibile, per la lavagna elettronica poteva esserci un’aula apposita. Negli ultimi anni, si è tentato di portare “un po’ di digitale” in ogni classe, cercando di dotare ogni aula di un pc e di una LIM (o un proiettore non multimediale). L’obiettivo è tutt’altro che raggiunto: lavagna e gessetto (o pennarello) sono ancora il supporto maggiormente presente nelle nostre scuole.

Lim e didattica

In base al setting, possiamo fare una prima distinzione riguardo all’uso della LIM: fare lezione quotidianamente in un’aula allestita permette di impostare una didattica digitale continuativa e permeante. Condizione differente quindi dall’avere a disposizione un luogo, spesso “casa” dei docenti che si occupano delle materie più tecnologiche e dove quelli di materie umanistiche hanno accesso ridotto, dove si può andare una volta ogni tanto per fare qualcosa di diverso dal solito, e pensare quindi una lezione differente e non una didattica abitualmente improntata a uso del digitale.

Per capire cosa fare nelle diverse situazioni chiediamo aiuto a Debora Cariola, che insegna e ha insegnato matematica in diverse scuole superiori della Liguria, e che quando ha in classe una LIM la usa assiduamente, quando manca, fa lezione lo stesso senza troppi problemi o distinguo.

La didattica in una classe dotata di LIM

In realtà -racconta- non è la LIM in sé che modifica la lezione, e ugualmente -soprattutto nelle superiori di secondo grado- non sono le funzioni più avanzate come interattività o il touchscreen le più utilizzate, o ciò che ti permettono di impostare la lezione in un modo diverso.

Nella pratica, hai un grande proiettore da utilizzare come lavagna, che consente di fare alcune cose in più, come sottolineare in diversi colori, evidenziare, scrivere in stili differenti. Poi c’è il collegamento web: navigare in rete per mostrare materiale adatto alla lezione, video etc, ma la lezione in sé non cambia più di tanto”.

In realtà – immaginiamo – nella preparazione della lezione c’è comunque uno sforzo in più per predisporre e cercare materiale adatto a essere proiettato, o la capacità di reperirlo online sul momento attraverso repository (archivi web di contenuti organizzati) già conosciuti.

La LIM inoltre, permette di salvare quanto fatto in classe, immagine per immagine, in modo che i ragazzi possano rivedere a casa quanto fatto in aula. Il vantaggio del suo utilizzo in questo caso viene supportato anche dall’uso quotidiano di altre applicazioni: “Con Google Classroom salvo nella mia classe virtuale quanto ho fatto vedere, aggiungo un paio di esercizi svolti in classe passo per passo con la LIM, in modo che i ragazzi a casa ripassino usufruendo dello stesso materiale che hanno visto in classe seguendo lo stesso percorso”.

Se le funzioni più interattive possono essere non fondamentali nella scuola secondaria superiore, diverso è il discorso per gli altri ordini come la scuola dell’infanzia, le elementari e i primi anni delle medie, anche sfruttando le potenzialità del touch, per esempio sfruttando le possibilità di riorganizzazione di sequenze, esercizi drag & drop, spostando oggetti, figure, etichette su un monitor touch ricollocandole in altri luoghi, come risultati in elenco da collegare ai quesiti indicati.

drag and drop

Lim, app e disturbi specifici dell’apprendimento

Infine, l’apprendimento dei ragazzi oggi passa molto attraverso il canale visivo. Per esempio, se devo arrivare alla definizione della parabola e alla sua equazione, posso mostrare il video del un lancio di un oggetto, evidenziarne la traiettoria, magari anche scendere in cortile e lanciare un oggetto (unendo anche al canale visivo quello cinestetico) per provare con mano e poi verificarne le formule aiuta. Senza scomodare applicazioni o programmi particolari per ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, queste ultime funzioni permettono di coinvolgere, mantenere l’attenzione e fornire materiale per ripasso a sostegno dell’apprendimento anche di chi ha maggiori difficoltà di concettualizzazione e generalizzazione.

Al contrario, l’utilizzo di app particolari per lo studio della matematica (ma anche di altre materie) specifiche per studenti con dsa porta alcuni problemi. E’ necessario imparare ad usare bene tali applicazioni in classe, in modo che il ragazzo possa servirsene durante tutte le lezioni. Se invece l’applicazione viene utilizzata occasionalmente, il periodo di apprendimento necessario per usarla correttamente rischia di essere troppo lungo. E non è possibile mostrare una singola funzione in classe, per poi richiedere allo studente di rifarla a casa, perché se nessuno ha insegnato loro bene come usarla quotidianamente gli studenti rinunceranno, perché molti di questi programmi non sono immediati e semplici all’uso.

L’utilizzo occasionale della LIM

È comunque possibile trarre vantaggio della LIM anche quando questa sia relegata in un’aula apposita e disponibile solo occasionalmente.

Innanzitutto, è uno strumento-principe pensato per “parlare” con diversi dispositivi individuali: cellulari, tablet, notebook. In occasione di presentazioni e interrogazioni, ognuno può dunque proiettare ciò che si è preparato a casa e portato poi in aula. Una difficoltà può essere data dal fatto che molto spesso l’entrata è fissa e legata a un singolo PC perché avere adattatori, cavetti, convertitori è complesso, e si finisce dunque col caricare il materiale sul pc tramite apposita chiavetta (o salvandolo online).

La LIM non è comunque un “oggetto magico” che automaticamente crea interattività o permette una didattica da “classe capovolta”. Se è vero che permette al singolo studente di proiettare il proprio materiale, slides o altro, il rischio è di sostituire semplicemente il docente con uno studente (o di un piccolo gruppo di studenti) con il resto della classe che resta a guardare in modalità passiva senza avere stimolo a lavori collaborativi, dove tutti gli studenti lavorano in contemporanea su compiti diversi.

Per l’insegnamento della lingua Inglese è utile l’utilizzo di contenuti audio e video. Uno dei problemi emersi parlando con alcuni docenti di prove Invalsi è la difficoltà dei ragazzi a riconoscere lo slang e identificare le conversazioni orali, perché nel nostro modo di studiare inglese a scuola è ancora privilegiata la letto/scrittura e gli esercizi di grammatica.

Per Arte e disegno la LIM diventa uno strumento caratterizzante per far vedere il tratto mentre lo si traccia. Diversi tipi di disegno hanno infatti diversi modi di eseguire il tratto, strumenti di disegno differenti, tecniche peculiari di questo o quello stile. Questo sia per il disegno dal vivo, sia nel proiettare quadri e poi tracciare, mentre si sta spiegando, le direttrici principali, oppure per mostrare e riprendere le caratteristiche prospettiche.