Vita con un adolescente in casa durante il #lockdown
La rabbia per la reclusione in casa. I momenti di felicità, quelli di sconforto oppure di speranza. Le finestre spalancate alla ricerca del sole. La musica, ma anche le urla, dei vicini. Le nostre sfide e la pura per un domani incerto, precario. La ricerca di una normalità a cui non vogliamo abituarci. E poi i tanti pensieri su di noi, su chi vorremo essere una volta che tutto questo finirà.
Lo scrittore Paolo Di Paolo lo ha definito “un gigantesco romanzo corale”, in presa diretta, senza filtri. I social network si sono ancora una volta trasformati e sono diventati uno spazio in cui leggere il romanzo di questi strani mesi.
Ma i ragazzi? Dove sono finiti?
Ho cercato tra le pagine di questo romanzo e ho fatto fatica a trovarli. Ci sono come protagonisti, nelle parole dei loro genitori o professori. Ma non come autori. Sono allora andato a cercarli e li ho trovati esattamente dove ci si aspetta che siano. Nelle loro case, all’interno delle loro camerette, dietro ai loro smartphone, tablet, laptop. Apparentemente, tranquilli. Quasi a loro agio in una situazione che a noi adulti fa girare la testa non appena solleviamo lo sguardo un po’ oltre il muro di casa. Ma è davvero così?
Gli adolescenti, abituati a vivere nel presente
I ragazzi, soprattutto nella fascia adolescenziale, sono portati a vivere il presente. Lo facevano prima, lo fanno a maggior ragione ora. Più che raccontarlo, il loro romanzo lo stanno vivendo in presa diretta. E questo è forse il loro scudo, la barriera che gli impedisce di soffrire questo momento. Ma quando ci si ferma a parlare con loro un po’ più a lungo, ci si accorge di quanto questo muro difensivo traballi. “Io sto bene. Alla fine preferisco la scuola online al dover andare tutti i giorni in classe”, mi ha detto una ragazzina di 11 anni. Ma dopo un po’, quasi senza accorgersene, ha fatto l’elenco di tutte le cose che vorrebbe fare per poi arrivare a dire, con una voce fortemente nostalgica, che “le mancano da morire i suoi compagni di classe”.
Le situazioni di contrasto
Poi ci sono i ragazzi che già prima dell’inizio di questa reclusione forzata vivevano situazioni di forte contrasto in famiglia. Per evitare problemi i genitori hanno cominciato a essere meno severi, cercando di non fare esplodere queste situazioni. In questo modo non si perde il controllo, ma i genitori temono di non riuscire a recuperare queste situazioni quando tutto finirà. Ma al di là dei casi specifici, la vicinanza di questi mesi può avere fatto conoscere a genitori e figli tratti e aspetti del carattere che fino a questo momento erano restati nascosti.
6 consigli per gestire il #lockdown con gli adolescenti
Non tutto deve essere per forza negativo, ci mancherebbe. Ma la scoperta positiva dell’altro, in questo caso del figlio, dipenderà anche dal modo in cui ci rapportiamo a lui.
Ho provato a pensare a 6 punti che possono tornare utili per muoverci nella direzione di questa scoperta positiva. In alcuni casi, è inevitabile, riguardano l’uso delle tecnologie. Anche perché, se ben ci pensiamo, è proprio attorno a questo tema che in casa si concentrano le fatiche, gli sforzi, le regole.
1. La rete come occasione
Abbandoniamo l’idea che il problema sia il tempo che si passa di fronte a uno schermo, il famoso screen time, e occupiamoci di cosa si fa dietro allo schermo. Videochiamate, giochi di gruppo, ricerche, serie TV, fumetti, videogame, chat… sono numerosissime le attività che i ragazzi possono fare con i loro dispositivi. Concentriamoci con loro su questi aspetti, sforziamoci di vedere gli aspetti positivi.
2. Fate insieme
Un videogame, un video su YouTube, un gioco in rete con altri amici. Perché non sfruttare questo periodo per trovare nuovi spazi di incontro? Che non significa per forza giocare ai giochi dei ragazzi, ma cercare insieme dei videogiochi che possano piacere a entrambi. Ovviamente possono esserci molte attività che si possono fare insieme anche al di là delle tecnologie. Su questo terreno, però, non solo i genitori sono un po’ più pronti ma spesso incontrano le resistenze da parte dei ragazzi.
3. Lasciategli un suo spazio
Mai come in questo periodo i ragazzi hanno necessità di ritrovare un proprio spazio all’interno della casa. Uno spazio in cui i genitori non entrano, in cui potersi parlare con gli amici, con il fidanzato/a senza la paura che i genitori sentano. Non sempre questo è possibile in una casa, è evidente. Se potete, però, trovate un modo per dare un pò di “spazio” ai ragazzi.
4. Non pensate al dopo
Può capitare di pensare che se si cede sulle regole oggi, domani non si recupererà più. Non è vero. Le regole sono contestuali al momento, soprattutto quelle che riguardano l’uso delle tecnologie. Evitate di pensare al domani, è una fatica inutile che non permette di vivere la relazione nel presente.
5. Evitate le ferite profonde
Quando ripartiremo dovremo per forza fare i conti con le ferite lasciate da questo periodo. Le ferite ci saranno, inutile illuderci. Alcune saranno collettive, condivise con tutti. Altre saranno più singolari, uniche. È bene che in questo periodo di vicinanza forzata non ci facciamo troppo male, evitando il più possibile di esasperare certe situazioni.
6. Ripensiamo le regole
Siamo obbligati a farlo. Le regole di ieri, oggi non funzionano più. Ma invece di farci prendere dallo sconforto, di pensare che sia tutto da buttare, che le fatiche fatte in passato siano state sprecate, possiamo pensare a come inventare delle nuove regole. Utili a rispondere a questo periodo. Utili a farci vedere che il mondo che vivevamo prima, anche in famiglia, non era il solo possibile.