Il mio vicino Totoro, l’incanto di natura e infanzia

Totoro nella pioggia

Il mio vicino Totoro. Titolo originale: Tonari no Totoro. Regia: Hayao Miyazaki. Casa di produzione: Studio Ghibli. Anno: 1988. Paese di produzione: Giappone. Durata: 83 min.

Di cosa tratta

Il mio vicino Totoro è uno dei film più conosciuti e amati del regista Hayao Miyazaki, presentato nel 1988 (ma arrivato in Italia solo nel 2009) e subito premiato come miglior film dell’anno in Giappone. Si tratta di uno dei primi titoli prodotti da Studio Ghibli, ma uno dei più facilmente godibili, adatti a tutta la famiglia e anche ai più piccoli.

Ambientato in una calda estate di un anno imprecisato narra la vicenda di due sorelline (Satsuki e Mei, 11 e 4 anni) momentaneamente lontane dalla madre, ricoverata in ospedale, e accudite dal solo padre, un giovane professore che si divide tra la nuova abitazione che occupa con le figlie in campagna e l’università dove insegna in città. Lasciate libere di vagare tra il giardino e i circostanti campi assolati, assistite da una vecchia e simpatica governante, le due bambine partono all’esplorazione della nuova affascinante casa, che sembra vivere di una vita tutta sua, del giardino, altrettanto pieno di sorprese, e della meravigliosa natura che si apre tutt’intorno.

L’attività di esplorazione consente alle due piccole di stemperare l’ansia per il ritorno della madre e l’angoscia di non conoscere le sue vere condizioni di salute. E mentre la sorella maggiore Satsuki si allontana da casa per frequentare la scuola, la piccola Mei resta sola e può scoprire l’esistenza di Totoro. Basta infatti, come Alice nel Paese delle Meraviglie, attraversare un tunnel erboso che chissà come compare in giardino e scivolare nel tronco cavo di un albero, per imbattersi nella magia di una delle creature più tenere, adorabili e pachidermiche della storia del cinema d’animazione.

Ci piace perché…

E’ da subito evidente che il personaggio fantastico di Totoro può far breccia sui bambini ma anche nel cuore degli adulti. All’inizio la piccola Mei trova in lui il conforto di un morbido e gratuito abbraccio, che può sostituire quello della mamma assente. Ma proseguendo nella storia, quello che pensiamo sia solo il frutto della fervida immaginazione di una bambina un po’ disorientata, assume un ruolo da protagonista. Può così farsi avanti per rivelare la propria vera natura (di guardiano della foresta) e per aiutare le due sorelline nelle situazioni più difficili, grazie anche all’ausilio di un gattobus che può volare.

Scoperti i suoi incredibili poteri, chi di noi dunque non amerebbe Totoro o, quantomeno, non ne vorrebbe uno accanto? Un enorme peluche che ti abbraccia quando sei triste, che compare contro ogni logica per assisterti in situazioni di disagio e placare le tue ansie più terribili, come quando un tuo caro tarda ad arrivare in una notte di pioggia o è disperso e non sai più dove trovarlo… Totoro è il mondo dell’infanzia, dove tutto è ancora possibile, dove l’immaginazione può placare la durezza della realtà, e allo stesso tempo è lo spirito della natura, quella che quando ti avvolge regala un primordiale e assoluto senso di benessere. Come non avere, dunque, nostalgia di Totoro?

Inutile poi parlare della sapienza della regia di Miyazaki nel ricreare un paesaggio naturale che ricorda la bellezza mozzafiato della campagna più assolata, che tanto mantiene dell’animismo che permea la natura nella concezione giapponese. Ci piace anche la colonna sonora del film, composta da Joe Hisaishi che collaborerà a molti altri titoli dello Studio Ghibli, allegra e ormai celebre anche oltre il Giappone.

Perfetto per chi…

… crede che tutti noi abbiano ancora degli strumenti di benessere e consolazione facilmente accessibili: la magia dell’immaginazione e il portento della natura che ci circonda, da rispettare e amare come una creatura vivente (messaggio quanto mai attuale di questi tempi).