Parable of the Polygons: la diversità è un valore
Parable of the Polygons. Sviluppatori: Vi Hart e Nicky Case Piattaforma: Browser. Lingua: Italiano Prezzo: Gratuito
“Grazie per aver giocato con questo racconto”: è quanto leggiamo alla fine della pagina web in cui ci viene raccontata la Parabola di Poligoni, ovvero una simulazione sulla segregazione narrata nella forma di un gioco intelligente, un browser game nato dalle menti brillanti di Vi Hart and Nicky Case.
Parable of The Polygons viene infatti descritto come un “racconto giocabile”, la cui tematica sono le varie forme che la nostra società può assumere, un racconto che i suoi autori hanno scritto con l’intento di dimostrare come piccoli pregiudizi e atteggiamenti possano in realtà avere – sull’intera collettività – conseguenze più importanti di quanto immaginiamo.
Questo racconto cerca di dimostrare il proprio assunto mediante una serie di puzzle composti da piccoli poligoni colorati – per il 50% Triangoli gialli e per il 50% Quadrati blu – che dobbiamo semplicemente spostare di qua e di là all’interno di un dato spazio. L’obiettivo è di rendere felici tutti, sia i Triangoli che i Quadrati (sì, i poligoni hanno tutti una bella faccina, che cambia espressione a seconda del loro livello di soddisfazione, dato dal contesto sociale in cui si trovano).
Triangoli e Quadrati rappresentano le persone e la diversità. Lo spazio in cui dobbiamo muoverli rappresenta lo spazio sociale in cui viviamo. L’umore dei poligoni è il termometro che misura la felicità indotta dall’integrazione… o dalla segregazione.
Quello che bisogna sapere è che Triangoli e Quadrati amano vivere in gruppo – purchè sia un gruppo misto – e possono essere sradicati dal loro territorio solo se hanno l’aria di non essere poi così felici del proprio vicinato. L’unica regola da tenere presente, quando ci accingiamo a spostare i poligoni che non sono contenti, è la seguente:
“Voglio spostarmi se meno di 1/3 dei miei vicini sono come me.”
Basta divertirsi un po’ a spostare Quadrati e Triangoli da una parte all’altra per realizzare ben presto che riusciamo a renderli felici solo se di fatto mettiamo in atto delle segregazioni.
L’adagio su cui si basa il gioco è che atteggiamenti individuali apparentemente innocui possono portare allo sviluppo di tendenze collettive tutt’altro che positive. Come ci viene raccontato nel post di questa moderna Parabola, infatti, l’uguaglianza è un equilibrio instabile e il più piccolo dei pregiudizi può spingere un’intera società a divenire via via più segregata man mano che il pregiudizio è più diffuso. Al tempo stesso, però, la richiesta di diversità di pochi può portare a liberare dalla segregazione un intero gruppo.
Dedichiamo Parable of the Polygons a tutti coloro che sostengono che “i giochi devono essere giochi” e non devono occuparsi dei problemi della vita reale: lo dedichiamo a loro perché questo piccolo gioiellino è la dimostrazione di come i giochi possano e sappiano veicolare in modo efficace e intelligente messaggi importanti, in grado di farci riflettere e discutere. A tutte le età. E la morale che ci viene impartita in questo caso è che la diversità fa sempre e comunque la differenza.