Il digitale a Bologna Children’s Book Fair 2016

Bologna è storicamente il luogo dei libri per ragazzi così come Bologna Children’s Book Fair è l’appuntamento annuale dedicato all’illustrazione, al mercato dei diritti dei libri illustrati e alle conversazioni sull’editoria del settore.

Dal 4 al 7 aprile scorsi si sono ritrovati editori, illustratori, autori, traduttori, agenti, stampatori, librai, bibliotecari, insegnanti, e le tante figure professionali coinvolte nella filiera del libro stampato e della sua distribuzione.


Dunque cosa c’entra il digitale in questa fiera?

C’entra da anni e sembra c’entrare sempre più, soprattutto in un anno in cui il settore digitale è in gran crescita.
Facciamo un passo indietro.

La prima conferenza mondiale fu nel 1986, poi la Children’s Software Arcade negli anni 90, nel 2002 il premio al miglior ebook con l’inaugurazione, cinque anni fa, di Bologna Digital nel padiglione 26, fino alla recente apertura di un padiglione esclusivamente dedicato alla multimedialità.

Il padiglione 32 è stato palcoscenico di incontri in cui grandi marchi del software e dell’hardware hanno incontrato realtà più piccole e si sono espressi sul futuro di questo settore in continua e spigliata evoluzione. I contenuti crescono conquistando attenzione e spazi importanti.

Uno sguardo sul Bologna Ragazzi Digital Award

A confermare l’interesse della Fiera verso la realtà dei media e dell’editoria digitale, per il quinto anno consecutivo, sono stati presentati i vincitori del Bologna Ragazzi Digital Award, premio organizzato in collaborazione con Children’s Technology Review, dedicato alla ricerca e all’assegnazione del premio – internazionale ed ambìto – di app innovative di qualità.
 
A costituire la giuria di quest’anno Warren Buckleitner, presidente di CTR, grande esperto di digitale per bambini nonché memoria storica del team; Paulien Dresscher, responsabile del Dipartimento New Media Cinekid e del Cinekid MediaLab di Amsterdam; Max Whitby, fondatore della casa editrice multimediale Touchpress, che contribuì alla prima collaborazione tra BBC e Apple e che tuttora è immerso nel settore professionale; l’illustratrice italiana Valeria Petrone, formatasi professionalmente a Londra, che ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, che pubblica in Italia e all’estero e la cui arte si esprime nei libri per bambini, nella pubblicità, in giornali, riviste, nell’animazione e nell’illustrazione di app (la serie dei Dadà di Elastico).


Ho chiesto a Valeria (e la ringrazio per la disponibilità e il tempo) come si riesca a rinvenire l’eccellenza in presenza di 177 candidature da 30 paesi diversi, con quale metodo? 

Pare si tratti proprio di stanarla, di scoperchiare, smontare ogni app e di guardarci dentro con inclinazione critica.
I giurati, infatti, hanno preso visione di tutto il materiale separatamente, effettuando così una prima scelta, escludendo quelle a scopo commerciale e conservando quelle in cui era visibile e rintracciabile lo sforzo di sfruttare il supporto digitale a vantaggio della narrazione, quelle in cui lo spirito della storia era valorizzato dallo strumento interattivo.

Su una rosa di app ridotta è avvenuto poi un reale lavoro di squadra; le competenze specifiche di ciascuno sono emerse orientando gli altri, ciascuno ha potuto portare all’attenzione dei colleghi la propria professionalità.
Immaginate l’importanza, in questo contesto, di un’illustratrice di talento e del suo occhio attento.
Tra i vincitori di quest’anno ci sono, infatti, storie interattive perfettamente funzionanti, ben raccontate e tecnicamente ben illustrate. Ed è stata una bella conquista anche sul piano del sound design e della musica, alla cui qualità è stato dato notevole peso.
Non dimentichiamo di tenere presenti questi criteri ispiratori quando cerchiamo un buon digitale da offrire ai bambini. La giuria, con le sue indicazioni, è di orientamento anche nelle nostre scelte autonome: conta la commistione originale e utile tra tecnologia innovativa, storia e illustrato.

Chi altri c’era nel Padiglione 32?

Negli spazi ariosi del padiglione, Microsoft, Google e The Walt Disney Company si sono presentati vicino a realtà nazionali e internazionali più piccole, con sviluppatori e sperimentatori come Koo-koo Book, MagisterApp, Fix-a-bug e i giapponesi NuriNori; tanti gli incontri volti alla ricerca di storie efficacemente interattive e tante le conferenze sui nuovi consumatori digitali e su come gli strumenti digitali si possano applicare ai prodotti per ragazzi tra arte, gioco, intrattenimento e divertimento.

Fulcro del padiglione il movimentato Digital Cafè, fitto di dibattiti su nuove tendenze e nuovi linguaggi, dalle app di colouring alle inimmaginabili prospettive della digital education, con declinazioni curiose e ammiccanti di realtà aumentata e app bi e tridimensionali.

Nella mia esperienza diretta della fiera c’è stata – nell’ambito della rassegna Transbook, organizzato da Hamelim Associazione Culturale – la presentazione del lavoro dello staff di Minibombo, editore cartaceo e digitale, imperniata sull’esposizione della loro filosofia di approccio allo storytelling; sapendo quanto sono riuscite ed amate le loro produzioni sul doppio supporto, la segretissima pubblicazione interattiva cui stanno lavorando sarà una rivelazione!

Così come per me è stato una rivelazione, sempre nell’ambito degli incontri Transbook, il catturare le parole di Cléa Dieudonné, vincitrice del Bologna Ragazzi Digital Award categoria Opera Prima con l’albo illustrato La Mégalopole, minuziosamente dettagliato e ripiegato (Vacanze da ufo per Orecchio Acerbo). Sua la testimonianza sulla trasformazione dell’opera artistica nel passaggio da supporto cartaceo a dispositivo elettronico. Ne attendiamo con impazienza la pubblicazione negli store.

Uno degli stand più frequentati è stato quello che ospitava Melazeta srl, che ha presentato un prototipo di un’esperienza di realtà virtuale sulla vita di Leonardo da Vinci, che ci fa immaginare una scuola dove tutti possano passeggiare per una strada rinascimentale o volare su un aliante sulla campagna toscana; di fianco, bsmart.it, la prima piattaforma italiana per la scuola digitale, che mette insieme contenuti, strumenti per la didattica digitale e un servizio di tutoring online che fornisce un supporto ai genitori in cerca di “ripetizioni certificate”; infine PubCoder, che produce un software per costruire libri e contenuti digitali interattivi su qualsiasi piattaforma.
PubCoder come ogni anno ha presentato molte novità (un import da Indesign rivoluzionario, una libreria digitale personalizzata per gli editori che vogliono andare sugli store), ma soprattutto ha richiamato moltissimi illustratori con il progetto Benvenuti ABC che favorisce la comunicazione tra volontari e rifugiati.

E infine, un’esperienza incredibile.
La Jimmy Spa, in collaborazione con la HTC Vive, ha presentato il primo episodio di realtà virtuale creata sull’ultimo libro dell’autore e illustratore taiwanese Jimmy Liao, dal titolo All of My World is You.
Ho indossato cuffie e maschera e sono entrata in una stanza nera che presto si è rivelata essere un prato…sole alto, alberi, luce, cinguettii ed effetti sonori, spazio esteso intorno a me.
Con questa tecnologia si interagisce con la bambina protagonista e il cagnolino, tramite telecomando wireless, si prende un palloncino, in una dimensione sensoriale forte e avvolgente.

E’ stata una fiera ricca di novità, tra poesia e tecnologia.