Bambini meno liberi con le app?
In un recente articolo apparso su La Repubblica lo scrittore Pierdomenico Baccalario vede nella diffusione delle app e nella progressiva diminuzione delle pubblicazioni divulgative per bambini una minaccia alla libertà di esplorazione e scoperta che offrivano le vecchie enciclopedie cartacee e i libri illustrati.
“Gli ultimi esperimenti (Korat, 2008) mostrano che non solo ai bambini i libri elettronici piacciono più di quelli tradizionali,” – sottolinea Baccalario – “ma anche che ne ricordano meglio i contenuti e sono più rapidi a rispondere alle domande di comprensione testuale. I piccolissimi (3-5 anni), imparano più velocemente a riconoscere suoni e parole, rispetto ai libri letti a voce alta da un adulto. Tutto vero, forse. A patto che il bambino possa sempre contare su un genitore che faccia da mediatore, e che, in pratica, lo controlli in continuazione. La “macchina” delle storie, che sia un tablet o smartphone, è ancora più fragile e più pericolosa della televisione, sulla cui valenza diseducativa si sono versati fiumi di inchiostro: è perennemente connessa, e ha un numero imprevedibile di funzioni. Le possibilità di errori di utilizzo, di chiamate indesiderate, di accesso a contenuti inappropriati o a piccoli shock sono quasi le stesse delle opportunità formative… Quando ero piccolo io curiosavo e imparavo da solo con la mia enciclopedia illustrata (e capisco solo ora quanto fosse una posizione privilegiata), di certo più “sicura” di una di queste meraviglie e, soprattutto, che sentivo totalmente “mia”. Uno studio piuttosto interessante della professoressa Mariah Evans, dell’Università del Nevada, ha dimostrato come per avere successo a scuola possedere almeno 500 libri in casa sia due volte più importante del livello di educazione dei genitori. Il che conferma la vecchia teoria che la curiosità sia una scienza esatta, ma da coltivare da soli. Sarà vero anche tra una ventina d’anni, con un tablet munito di 500 App?”.
Baccalario giustamente sottolinea i problemi di sicurezza legati ai dispositivi connessi alla rete, che in quanto sistemi “aperti” presentano più rischi rispetto all’ambiente “chiuso” del libro cartaceo. Proprio per questo il parental control e la sicurezza sono questioni al centro delle preoccupazioni dei genitori, su cui stanno lavorando sviluppatori di app e produttori di tablet – di cui abbiamo parlato in un post dedicato ai dispositivi per bambini. Tuttavia, mi pare che proprio per il loro carattere aperto, con alcuni accorgimenti – come l’inibizione dell’accesso ad internet per i più piccoli – questi nuovi ambienti siano in grado di stimolare la curiosità ed incoraggiare la libera esplorazione dei bambini. In modo forse diverso dal vecchio libro cartaceo, ma non per questo meno “libero”. Del resto, la mediazione degli adulti – i genitori che sceglievano e acquistavano i libri per i loro bambini – c’è sempre stata. E anche curiosando nella vecchia libreria di famiglia potevamo incappare in “contenuti inappropriati”. Internet è un moltiplicatore di rischio, ma anche di opportunità. Quindi, nell’attesa di filtri sempre più intelligenti ed efficienti, se non vogliamo precludere ai nostri figli questo mondo, l’unico modo per difenderli è insegnargli a riconoscere i pericoli.