Thomas was alone. Platform game minimalista e coinvolgente
Thomas was alone. Sviluppatore: Curve Studios Ltd ©Mike Bithell Games. Piataforma: PC (Windows e Mac), PS3, PSVita. Lingua: inglese. Prezzo: 5,49 € (iTunes)
Un platform game molto conosciuto, comparso nel 2010 in Flash poi sviluppato per i sistemi Windows e Mac e infine su console (Playstation), e iPad. Un indie game che dimostra come una grafica minimalista associata a un coinvolgente gameplay a livelli può conquistare i giocatori soprattutto grazie a una storia emozionante, una voce narrante fuoriclasse e una colonna sonora d’autore.
Thomas was alone nasce da un’idea di Mike Bithell, game designer che si immagina di poter realizzare un bel videogioco a bassissimo costo (cosa che nell’industria dei videogames pare essere una missione quasi impossibile): risparmia dunque sulla grafica, ma non per questo la trascura. Ricorre al minimalismo di Mondrian e alla lezione della Bauhaus per visualizzare un mondo 2D fatto di forme geometriche e pochi colori (scuri), che vuole essere la rappresentazione del labirintico ambiente interno a un mainframe (computer per la gesione di grandi banche dati).
Ovviamente all’origine c’è una storia: Thomas è un’intelligenza artificiale (IA) uscita dal controllo dei suoi creatori, ha la forma di un semplice rettangolo rosso, è dotato di consapevolezza e vaga in questo misterioso mondo a due dimensioni alla ricerca di uscite e di un esito (solo il finale del gioco rivelerà a lui e a noi quale). Nel suo viaggio (articolato in 100 livelli, suddivisi in 10 capitoli) incontra altri 6 poligoni/IA, ciascuno come lui dotato di forma, personalità e capacità ben definite (chi salta più in alto, chi può galleggiare, chi porta con sé un pericolo…) e a loro volta alla ricerca di uscite.
Livello dopo livello il gioco dunque si fa più complesso: aumentando i personaggi, aumentano le uscite (ciascuno ha le proprie) e quindi le interazioni tra loro necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo. I personaggi sono infatti funzionali l’uno all’altro, a noi sta scoprire come, risolvendo i puzzle che si celano nei livelli.
A rendere particolare e coinvolgente il gioco, però, è soprattutto la narrazione: se Thomas e compagni sono muti, a svelarci la loro personalità, i loro pensieri e la loro storia è la voce narrante fuoricampo dell’attore comico Danny Wallace, che con questa performance si è guadagnato un BAFTA Games Award. Le relazioni fra i colorati poligoni, oltre che “meccaniche”, diventano umane: ci sono antipatie, amicizie, diffidenze e sogni condivisi, che influenzano l’esito del gioco. L’epilogo è epico e cambierà il nostro modo di leggere la scritta “emergence”.
In un crescendo dunque non solo della complessità del gioco ma anche del plot narrativo, ci immergiamo in Thomas was alone coinvolti dai puzzlegame e dal desiderio di scoprire il finale della storia. Peccato, dunque, che l’app non sia mai stata tradotta, data anche la complessità e profondità dei testi originali in inglese.