Il web è nostro, un libro per i ragazzi

E’ una fortuna che gli editori abbiano capito quanto sia necessario affrontare il tema del radicale cambiamento avvenuto negli ultimi due decenni nell’ambito della comunicazione tra le persone, riplasmatosi sulle nuove modalità di contatto attraverso web e device mobili.

A essere coinvolte da questa rivoluzione, che è anche culturale e sociale, sono soprattutto le nuove generazioni, i cosiddetti “millenials” e “nativi digitali”, nati quando il web era già fra noi e ormai “social”, ovvero in grado di mettere in contatto tutti con tutti.

Una delle ultime pubblicazioni in merito all’argomento è Il web è nostro, di Anna Fogarolo (editore Erickson) che ha una particolarità interessante: si rivolge ai lettori più giovani, quelli dai 10 anni in su, che già navigano sul tablet o sul computer di casa e che magari stanno per ricevere in regalo il primo telefonino, con il quale si affacceranno con più autonomia al mondo dei social network, delle app, delle chat e di Youtube. Un mondo vasto e stimolante, ma anche luogo di insidie e pericoli, dai quali i giovani utenti non sempre hanno la capacità di difendersi. 

E’ l’autrice stessa a raccontarci che il testo nasce a seguito di alcuni incontri con ragazzi di seconda media. Ricorda Fogarolo: “Il campanello d’allarme è stato comprendere che per loro l’essere da soli fisicamente mentre sono online equivale a stare soli nella realtà, quindi se sono da solo mentre uso il cellulare come posso farmi del male?” e prosegue “Il volume parte da una domanda apparentemente banale: che cos’è Internet? Per spiegare che online siamo in circa due miliardi di persone, due miliardi di brave persone, forse”. 

Oggi i ragazzi (e non solo loro, ovviamente) utilizzano costantemente la tecnologia, sono sempre connessi, con qualsiasi dispositivo, a qualsiasi ora del giorno, pubblicano e condividono qualsiasi cosa. Ma conoscono davvero il web? Lo sanno usare bene? E perché i genitori sono così spaventati da quello che fanno e da chi possono incontrare online i loro figli? Sono questi alcuni degli interrogativi di fondo del libro.

Il web è nostro si propone dunque come un’agile guida per aiutare i giovani utenti a navigare, utilizzando al meglio le risorse offerte dal web senza farsi del male. E proprio perché vuole parlare a una fascia d’età difficile quanto ad abitudine alla lettura, è arricchito da una storia, da fumetti, vignette, giochi, quiz e laboratori; dichiara l’editore infatti: “Volevamo realizzare un testo che riuscisse a insegnare divertendo, che attraverso uno stile comunicativo diretto e vivace, accompagnasse i ragazzi in un percorso di consapevolezza non solo dei pericoli che provengono dai comportamenti degli altri, ma anche dei pericoli che possono provenire dai propri, magari messi in atto senza rendersene conto. Perché, talvolta, il problema è proprio quello della mancata comprensione delle conseguenze di quanto si sta facendo, ad esempio pubblicando su YouTube un video che ci sembra divertente”. 

L’apparato d’informazioni utili a tenere un comportamento corretto in Rete poggia quindi su una narrazione, una storia che ha per protagonisti tre ragazzi di seconda media (Luca, Lara e Matteo) che incappano in una tipica situazione di “flame” online, chi nel ruolo di vittima, chi di consigliere, chi di aiutante. Il percorso per riportare tutti alla tranquillità prevede che si instauri dialogo tra le parti, con i geniori, con la scuola e anche con la Polizia Postale: perché sì, postare foto e video che ritraggono persone che non sono d’accordo è un reato di violazione della privacy.

Conclude Anna Fogaroli: “Agli adulti non farebbe male leggere il libro, anzi dirò di più: si potrebbe ipotizzare una lettura a quattro mani, magari genitori e figli possono scoprire cose nuove assieme”. Consiglio che anche noi condividiamo!