Facciamo: un libro, un’app e un progetto di crowdfunding su Eppela

In principio c’era il raffinato libro di Antonella AbbatielloFacce“, pubblicato da Topipitori e ispirato ai collage di carta colorata. Poi è arrivata l’app Facciamo! e ora il progetto di crowdfunding su Eppela. Abbiamo chiesto a Lorenzo De Tomasi di Isotype/Semidigitali, uno dei “padri” di Facciamo!, di raccontarci come da un albo illustrato per l’infanzia sia nato un progetto digitale che continua a crescere.

Come è nato il progetto Facce e Facciamo?
L’idea di progettare una app per l’infanzia è venuta a me e mia moglie Manuela Campitelli   agli inizi del 2013, qualche mese dopo la nascita di nostro figlio Mattia, quando iniziò a dare i primi segni di irresistibile attrazione per quei computer, smartphone e tablet che noi utilizziamo quotidianamente per lavoro. Dalle nostre domande è scaturita una discussione interna alla neonata associazione Punto D che coinvolgeva, in primis, la psicologa e psicoterapeuta Laura Bastianelli.

Accertato che porre il divieto di fare qualcosa che noi stessi facciamo può essere disorientante o addirittura traumatico, abbiamo deciso di avvicinare Mattia alle nuove tecnologie con un approccio graduale e moderato, selezionando contenuti di qualità, fruiti sotto la costante guida di noi genitori: in poche parole una “dieta multimodale” sana e varia. Inoltre le prime ricerche sembrerebbero suggerire che l’utilizzo attivo di smartphone, tablet e computer è preferibile alla visione passiva della televisione. Avviata una ricerca delle migliori app per Android e iOS per i piccolissimi, ci siamo trovati di fronte a un panorama desolante. Centinaia di app nevrotiche e rumorose, senza alcun apporto formativo, di pessimo gusto estetico, sature di banner pubblicitari e trappole per ottenere acquisti involontari. Poiché la qualità era molto rara, siamo giunti alla conclusione che l’unica soluzione possibile fosse quella di impugnare matite e tastiere e realizzarne una noi. 

L’incontro con Antonella Abbatiello e con il suo ultimo progetto ha portato ad una scelta “naturale”: quelle “Facce” veniva voglia di toccarle per vederle animarsi, così come un bimbo tocca e ritocca, senza mai stancarsi, i volti dei propri genitori. Anche Topipittori, l’editore del libro, valutato un primo storyboard, si è subito convinto della validità del progetto.

Senza alcun finanziamento, con pochi euro e tanta volontà, abbiamo deciso di tuffarci in questa avventura, ribaltando le regole (e le percentuali) della tradizione del mercato editoriale, cercando partner disposti a investire le loro competenze, il loro tempo, ma soprattutto la propria fiducia nella qualità dell’idea e la loro esperienza di genitori. Semidigitali ha sviluppato la prima versione iOS, pubblicata su Apple Store nel novembre 2013, con Cucù e Cattivo in prova gratuita e Testa chiara/Testa scura a pagamento. Ogni mese si è aggiunta una nuova faccia. Nel frattempo le facce si sono arricchite di una colonna sonora originale, composta dal bravissimo Marco Siniscalco, di nuove voci ed effetti sonori e di una nuova lingua – l’inglese –, grazie alla traduzione di Bernardo Parrella e Stefania Gliedman. Contiamo di ultimare la versione iOS entro la primavera 2015, per poi avviare il porting per Android.

Cosa distingue secondo te “Facciamo” nel panorama affollato delle app in commercio destinate all’età prescolare?
L’unicità di Facciamo! sta nelI’essere a misura di neonato: ci si può stupire di come un bambino di pochi mesi riesca a “scoprire” la app più facilmente di un adulto.  Le interazioni sono progettate con diversi “livelli di lettura”, da 0 a 5 anni, per stimolare e divertire il più piccolo ed educare i più grandi.

Il libro Facce e la app Facciamo! nascono dalla manualità pura, dalla sapienza artigiana, dalla composizione di pezzetti di carta colorata, ritagliati con maestria dalle sapienti mani di Antonella Abbatiello, autrice e illustratrice di fama internazionale di oltre 80 libri per l’infanzia, e impaginate da Stefano Baldassarre accanto a brevi testi ironici ed evocativi.
Grazie alla trentennale esperienza di Antonella, la “regista” che ci ha guidato in tutte le scelte, nulla è lasciato al caso: dalla scelta del soggetto probabilmente più adatto alla primissima infanzia, il volto umano, ovvero le prime forme che un neonato riconosce; dalle forme essenzialmente semplici ai colori primari e vivaci; ai pezzetti di carta, che la app riproduce con assoluta fedeltà, infondendo la magia che permette loro di animarsi, parlare, produrre musiche e suoni: proprio perché “di carta”, “perché viene voglia di toccarli!”, il bambino, quasi d’istinto, è portato a trascinarli, attivando, in modo naturale, le semplici interazioni che lo incuriosiscono, lo interessano e che ne stimolano la creatività nel pieno rispetto dei suoi tempi, modi e bisogni.

Alla base del nostro lavoro c’è il contributo fondamentale di Laura Bastianelli, psicologa e psicoterapeuta, tra le fondatrici del Istituto per il disagio minorile (IPDM), che ha stilato delle linee guida per la progettazione delle nostre app, descrivendo un sistema codificato di azioni idonee a ciascuna fascia d’età. Alcuni dei nostri accorgimenti hanno preceduto di mesi le direttive di Apple e Google sulla realizzazione delle app per bambini; altri sono ancora estremamente innovativi nel porre attenzione alla salute del bambino e nel fornire indicazioni sulla corretta fruizione del prodotto insieme ai genitori.

Facce a Facciamo! sono, innanzitutto, un’esperienza multimodale: un libro che prima stimola la curiosità, la creatività e la memoria, per poi accompagnare il bambino, attraverso il riconoscimento delle prime lettere e parole, verso la lettura; la app e il laboratorio didattico integrano questa esperienza, arricchendola, stimolando più sensi, con giochi manuali, di composizione e apprendimento, che insegnano nuove lingue, che fanno interagire il mondo reale e quello virtuale in modi inaspettati. Il nostro obiettivo è quello di espandere questo sistema per renderlo simile a un affascinante diamante che il bambino può esplorare a partire da una delle sue tante “facce”: speriamo di poter realizzare e diffondere uno spettacolo teatrale, dei laboratori per asili nido e scuole materne, dei giochi manuali di carta, legno ecc.

Quali sono le maggiori criticità nel momento in cui si trasferìsce un libro cartaceo in digitale? E cosa rende un progetto digitale adatto ai bambini secondo voi?
Quando abbiamo deciso di intraprendere questa “avventura digitale” ci siamo dati degli obiettivi:

  1. il passaggio dalla carta ai pixel non si sarebbe dovuto limitare a un semplice adattamento, a una traduzione, ma avrebbe dovuto avere un senso più profondo: auspicavamo in un’opera multimodale, in cui libro, app e altre forme di intrattenimento educativo (edutainment – come i laboratori o uno spettacolo teatrale) dialogassero tra loro in modo intelligente e creativo;

  2. la app avrebbe dovuto essere un gioco educativo per bambini, quindi un’opera interattiva, divertente, che stimolasse i più piccoli (e i loro genitori), insegnando qualcosa di utile.

Facciamo è la prima app per bambini progettata da ISOTYPE.ORG?
Si, è la nostra prima app per bambini, anche se Facciamo! è un “contenitore” e ciascuna delle 20 facce è una app indipendente e coordinata con le altre, in un progetto formativo che esplora i principali temi dell’infanzia: i versi degli animali, i numeri, le stagioni, i colori, le ore del giorno, le vocali, la paura, i suoni onomatopeici, le emozioni, l’esplorazione e le sorprese, le forme e le dimensioni, l’equilibrio, le combinazioni, parole e voci, rapporto giusto/sbagliato, rapporto dentro/fuori, rapporto positivo/negativo, i percorsi/le direzioni, le lingue straniere e gli alieni. Rilasciamo una nuova faccia al mese, per evitare di sovraccaricare il bambino di giochi, creando il piacere dell’attesa e un meccanismo simile a quello di un album di figurine. Fino a dicembre 2014 abbiamo rilasciato 11 facce e ne mancano 9, in lavorazione. Quindi potremmo dire che Facciamo! è “le prime venti app sviluppate da ISOTYPE.ORG”.

Nel progettarla vi siete ispirati a qualche artista?
Non possiamo negare di essere stati influenzati da migliori artisti che ci hanno preceduto, da Bruno Munari a Hervé Tullet, da Gianini e Luzzati a Leo Lionni – i maestri di Antonella Abbatiello –, ma il nostro lavoro è principalmente ispirato all’esperienza trentennale di Antonella e, in particolare, a quest’ultimo suo periodo artistico, in cui esplora l’essenzialità delle forme più semplici e dei colori primari.

La nascita della app ha generato maggiore interesse anche per il libro?
Come esperienza multimodale, app + libro nascono come strumenti autonomi e inscindibili, che si complementano, integrano e promuovono a vicenda, contemporaneamente. Non abbiamo ancora abbastanza dati per comprendere l’influenza commerciale delle due opere, ma sicuramente le “audience” di due mondi spesso distanti, quello cartaceo e quello digitale, trovano in Facce e Facciamo! un punto d’incontro e di scoperta reciproca, in cui la mamma che scarica la app acquista il libro online e il papà che scopre il libro in biblioteca fotografa un QR code e sperimenta l’e-commerce per la prima volta. Mi piacerebbe che il maggiore interesse fosse per il binomio, per la comprensione del recente neologismo “multimodale” e del valore aggiunto che esso porta con sè.

Questa app ha vinto numerosi premi e riconoscimenti: quando e come è stata proposta ad Apple e quali canali avete scelto per promuoverla?
Come primo passo per la promozione abbiamo realizzato un sito completo di tutte le informazioni per il pubblico e la stampa e le principali pagine sui social network: Facebook, Google+, Twitter e Pinterest. Anche il blog dell’editore Topipittori, con una serie di articoli periodici, ci è di notevole aiuto, così come numerose recensioni spontanee e positive apparse su blog e riviste.

Il principale ostacolo che impedisce alle app di qualità di emergere e avere successo è la vastità dell’oceano degli store: riuscire a scovarle tra una miriade di icone anonime è un’impresa ardua, dispersiva e scoraggiante.  Fortunatamente, poco dopo la pubblicazione su Apple Store nel novembre 2013, Apple ha deciso di premiare il nostro lavoro inserendola tra le Best New Apps nella categoria 0-5 anni e, soprattutto, nella selezione “Passatempi con il tuo bimbo. App per divertirsi insieme”, ancora visibile sull’App Store.

Che riscontri avete avuto finora in termini di download?
Il 1 agosto 2013 abbiamo attivato il sito web monopagina www.facciamo.eu in italiano che, ad oggi (10 marzo 2015), è stato visitato da oltre 7mila utenti unici. Il 7 novembre 2013 abbiamo pubblicato la prima versione della app per iPad che, ad oggi, è stata scaricata circa 6?870 volte gratuitamente e circa 300 volte a pagamento, con una conversione del 4,19%.
In assenza di qualsiasi forma di promozione all’estero, ovviamente la maggior parte dei risultati è stata raggiunta in Italia. 

Che sviluppi immaginate per l’app Facciamo?
Oggi siamo all’ottantesima posizione delle app 0-5 anni più redditizie in Italia. Le nostre prossime ambizioni sono essere inseriti tra le app in primo piano e gli Essentials, dove saremmo in ottima compagnia – speriamo che a qualcuno a Cupertino  fischino le orecchie.

Completata la traduzione inglese (manca solo l’audio), speriamo di ricevere da Apple maggiore visibilità anche sugli App Store internazionali. Cercheremo di incentivarla sia con advertising a pagamento (online e tradizionale) che con partnership ad hoc.

Inoltre speriamo che i laboratori didattici – ideati da Antonella Abbatiello in collaborazione con Cartastraccia e Il Semaforo Blu e fondati su linee guida open source che ne facilitino la replica e la diffusione – fungano da apripista per la promozione sui territori e, in particolare, in asili e scuole materne. La versione per il sistema operativo Android – i cui tablet sono disponibili a prezzi più accessibili dell’iPad e con design specifico per i bambini potrebbero permetterci di entrare più facilmente nel mondo scolastico, con un modello educativo che permetta un primo contatto intelligente con la tecnologia.

Abbiamo appena avviato una prima campagna di crowdfunding (finanziamento partecipato) su Eppela.com – in cui offriamo nuovi prodotti come ricompense originali ed esclusive a chi ci sosterrà economicamente: ad esempio la app + DIGIKIT a soli €10.

Perché avete deciso di affidarvi al crowdfunding?
Spesso, per un genitore, comprendere il valore di un progetto come Facce e Facciamo! non è semplice. In questa fase di start-up ci siamo scontrati con i numerosi problemi di un mercato difficile come quello italiano.

In primo luogo con due opposti modelli di genitore: da quello tecnofobo, che tiene lontano il proprio cucciolo da ogni pericolosa e sconosciuta nuova tecnologia a quello che sfrutta con disinvoltura tv, tablet, smartphone e computer come baby-parkingDa quello che cerca prodotti di qualità, a quello che li cerca di “marca”, indipendentemente dal potenziale educativo (come Disney o Peppa Pig), a quello che li cerca esclusivamente attrattivi per il bambino, indipendentemente dal fatto che lo innervosiscano, lo nevrotizzino o gli creino dipendenza.

Molti genitori utilizzano il tablet quasi esclusivamente come un sostituto della babysitter, a cui affidare il proprio bambino, al ristorante o a casa, mentre loro si occupano di altro: per questi Facciamo! è una app “scomoda e faticosa”, che, come un libro da leggere, richiede un loro impegno costante, la loro partecipazione e non soddisfa il loro bisogno di “temporanea indipendenza” dal bambino. Noi crediamo che la soluzione stia nel mezzo, in una dieta multimodale sana e varia.

Speriamo che il crowdfunding per “ricompensa” possa essere un valido strumento di marketing, un’efficace cassa di risonanza per un mercato difficile come quello italiano. Abbiamo colto l’occasione di una partnership con PostePay: se supereremo i 5.000 euro, Poste Italiane ci sosterrà con altri 5.000 euro  che ci permetteranno di migliorare il progetto, aprirci a un mercato internazionale e realizzare la versione Android delle app.

Perché un genitore, un insegnante, un bibliotecario, dovrebbe sostenervi?
I premi ricevuti e l’interesse dimostrato da insegnanti, bibliotecari ed educatori durante le fiere e gli eventi a cui abbiamo partecipato e i continui inviti a iniziative ci hanno dimostrato che chi è “esperto di infanzia” solitamente è il primo a comprendere il valore di un progetto come il nostro.
Siamo felici di aver constatato che noi non dobbiamo spiegare nulla: sono le nostre opere a parlare.