Happy Birthday: il corto di Rai Cinema ci racconta gli Hikikomori

Il fenomeno Hikikomori presentato da Rai Cinama nel cortometraggio Happy Birthday

In occasione della 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaRai Cinema e One More Pictures hanno presentato Happy Birthday, un progetto innovativo realizzato come prodotto crossmediale. Happy Birthday, infatti, è stato realizzato come cortometraggio, disponibile a partire dal 3 settembre sulla piattaforma Rai Play, e contemporaneamente anche in Virtual Reality 360 sulla App Rai Cinema Channel VR, e come Social Story per Instagram e Facebook. Un progetto cinematografico che ha come obiettivo quello di avvicinare un pubblico giovane sempre più interconnesso, proprio grazie a questo tipo di distribuzione e riproduzione originale e transmediale.

Ma Happy Birthday non si vuole avvicinare al mondo di ragazzi e adolescenti solo grazie ai mezzi di comunicazione, ma anche tramite l’argomento trattato. Infatti, il cortometraggio affronta il tema tanto delicato quanto poco conosciuto degli Hikikomori. Il corto ci racconta la storia di Sara e di quello che accade durante il giorno del suo compleanno. In quest’occasione tanto speciale le atmosfere oniriche della festa di Sara, tra pattinatrici, giocolieri, maghi e la sua band preferita, si colorano di tinte più cupe che celano una meno artificiosa verità fatta di solitudine, silenzi e bugie.

Il cortometraggio, disponibile gratuitamente su Rai Play e sull’app Rai Cinema Channel VR, è diretto da Lorenzo Giovenga e annovera nel cast Jenny De Nucci, Fortunato Cerlino, con la partecipazione del famoso cantante Achille Lauro.

Un corto che racconta un fenomeno complicato

Happy Birthday è un cortometraggio profondo e particolare che attraverso il linguaggio cinematografico ci apre uno squarcio sul mondo degli Hikikomori. Con questo termine di origine giapponese, ci si riferisce a ragazzi e adolescenti che si allontanano volontariamente dalla vita sociale per lunghi periodi (anche diversi anni), rinchiudendosi nella propria camera ed evitando contatti con il mondo esterno. Questa situazione porta i ragazzi a vivere di notte, quando il resto della famiglia dorme, facendo della propria camera da letto il loro mondo e spesso passando giorni e settimane intere con tapparelle abbassate per non essere disturbati dai rumori del mondo esterno. Anche lo smartphone, oggetto ormai imprescindibile, o il computer non sono per loro mezzi per connettersi con i coetanei ma solo oggetti che permettono di visualizzare contenuti. Non esistendo, ad oggi, una diagnosi riconosciuta del fenomeno, è difficile fare stime dei soggetti coinvolti in Italia, ma secondo uno studio condotto dal Minotauro di Milano, si può parlare di almeno 30.000 ragazzi Hikikomori, per lo più di sesso maschile.

Il film ci mostra il fenomeno, di cui si conosce poco o niente. In Happy Birthday riusciamo a vedere lo straniamento della situazione della protagonista, straniamento dato dalla forte contrapposizione tra una festa di compleanno ideale, colorata e sgargiante, e la realtà quotidiana di Sara fatta di solitudine, ansie e paure. Non solo, ma il corto ci mostra anche le ripercussioni che questo disagio di origine sociale comporta anche per il resto della famiglia: un problema che non tocca solo il singolo individuo ma anche chi gli sta attorno, in primis i genitori.

Questo fenomeno non è conseguenza di una dipendenza da internet o videogiochi, elementi su cui spesso si crea confusione parlando di Hikikomori. La correlazione c’è a posteriori, come conseguenza dell’isolamento del ragazzo. Infatti, chi si isola spesso non ha molte cose da fare e il computer gli permette di mantenere una piccola porta aperta con la realtà. Può sembrare paradossale, ma in alcuni casi il computer diventa una sorta di auto-terapia che il ragazzo si somministra.

Un elemento molto apprezzabile del corto Happy Birthday è proprio il fatto che non rappresenta gli Hikikomori come ragazzi dipendenti dalla tecnologie moderne, ma pone il problema in una luce più concreta e meno stereotipata. Non a caso, gli elementi che emergono di più sono le implicazioni relazionali e di isolamento del fenomeno.

Una visione consigliata per conoscere e affrontare il problema

Non è sempre semplice parlare di problematiche giovanili al cinema. Men che meno se queste problematiche vengono affrontate in un cortometraggio. Happy Birthday non è un documentario che spiega in maniera didattica il fenomeno Hikikomori ma un cortometraggio che, attraverso la narrazione di una storia, riesce a dare l’idea del profondo senso di disagio e isolamento che questa situazione comporta. Non lo fa in maniera stereotipata o banale e riesce a coinvolgere lo spettatore, cosa non sempre facile quando i minuti sono pochi.

Si può ben notare come Happy Birthday giochi molto su colori, suoni e musiche, il tutto orchestrato per rendere ancora più evidente lo straniamento tra la festa di compleanno di Sara e la sua (isolata) vita quotidiana. Molto apprezzabile anche la tecnica per la quale all’inizio lo spettatore non riesce bene a capire quale sia la realtà e quale no, se alcuni eventi sono avvenuti nel passato o meno; uno spaesamento che fa apprezzare di più la rivelazione verso il finale del corto, quando viene completamente mostrato lo stato di isolamento di Sara. Un cortometraggio la cui visione è sicuramente consigliata sia agli adulti che ai ragazzi per conoscere questo problema, informarsi ed, eventualmente, affrontarlo.

In una riduzione, i contenuti di Happy Birthday sono fruibili in formato VR anche mediante visori cardboard e Oculus. L’esperienza diventa ancor più immersiva e coinvolgente, la consigliamo.