La forma della voce, raccontare la fatica di crescere

La forma della voce, film

La forma della voce. Titolo originale: Koe no katachi. Regia: Naoko Yamada. Casa di produzione: Kyoto Animation. Anno: 2016. Paese di produzione: Giappone. Durata: 130 min.

Di cosa tratta

Diretto da una delle rare registe giapponesi, Naoko Yamada, il film d’animazione La forma della voce  racconta la storia di due giovani, le cui vite si intrecciano a più riprese e per motivi opposti.

Shoya Ishida è un preadolescente irrequieto, che si mette costantemente alla prova con imprese pericolose, per sfidare la noia e i limiti imposti dagli adulti. A casa ad aspettarlo una famiglia incompiuta, sostenuta da una figura materna amorevole, ma spesso debole. Shoko Nishimiya è una ragazzina affetta da sordità, che un giorno arriva nella classe di Shoya alla scuole medie di Ogaki: la sua debolezza, ma anche la sua inerme gentilezza, la rendono la vittima preferita del bullismo del coetaneo, fino al giorno in cui la misura è colma e il ritiro stesso della ragazzina dalla scuola diventa inevitabile.

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Ma a quel punto, lo strano senso di giustizia dei compagni di classe trasforma il carnefice in vittima e Shoyo viene a sua volta bullizzato dagli amici di sempre.

Chiuso in se stesso, isolato e scontroso, lo ritroviamo all’inizio del film in terza liceo, quando decide che l’unica via di fuga dal profondo disagio che lo attanaglia è il suicidio. Prima di farlo vuole sistemare un po’ di cose, tra cui anche la “questione Nishimiya”. E’ così che i due ragazzi si rincontrano, si avvicinano e faticosamente, ciascuno col proprio intenso malessere, tentano di capirsi.

Il film è tratto dall’omonimo manga di Yoshitoki Oima, pubblicato in Italia da Stat Comics. Dopo essersi posizionato come uno dei maggiori incassi della scorsa stagione cinematografica giapponese, è stato presentato con successo al Future Film Festival 2017, per essere distribuito in Italia da Nexo Digital nei giorni del 24-25 ottobre 2017.

Perché ci piace

Con grande delicatezza e pudore, il film La forma della voce tratta temi importanti dell’adolescenza di oggi, temi che quotidianamente i nostri giovani vivono e che difficilmente esprimono in modo aperto nella loro urgenza e intensità.

I gesti di bullismo da parte dei coetanei, l’esclusione dal gruppo, la sofferenza che nasce dal sentirsi diversi e dall’esserlo a causa di una disabilità fisica, ma anche quel “male di vivere” che si sperimenta in gradazioni differenti durante l’adolescenza, fino al punto di tentare il più estremo dei gesti… tutti questi temi son ben presenti nel lungometraggio, ma senza che eccessi e colpi di scena prendano il sopravvento.

La narrazione privilegia piuttosto il registro sentimentale, l’espressione di stati d’animo, indugi e silenzi e la rappresentazione delle dinamiche di incontro e scontro dei personaggi, anche secondari, che continuano, mossi ciascuno dalla propria sofferenza, a cercarsi per smascherarsi, ferirsi e, talvolta, capirsi.

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Molto efficace è la ripresa dell’espediente grafico che viene utilizzato nel manga per rendere l‘indifferenza mista a timore che Shoya prova verso i compagni di classe: sulla faccia di ciascuno viene applicata una “X”, che perdura fino a quando non si allaccia un rapporto umano autentico. Capiamo dunque dal progressivo cadere delle “X” che il protagonista maschile del film sta andando verso una soluzione del proprio malessere, soprattutto quando si riavvicina agli amici che appartenevano al suo tormentato passato di bullo. La soluzione sembra così a portata di mano, ma per riuscire a guardare in faccia la vita e andare avanti sia Shoya che Nishimiya devono prima perdonare e accettare se stessi, gli errori fatti nel passato e i propri limiti.

La forma della voce, film

La delicata fotografia e la colonna sonora fanno il resto, coinvolgendo gli spettatori fino in fondo alla storia e regalando, aldilà dell’età anagrafica di chi guarda, preziose consonanze e affinità con gli animi di questi giovanissimi personaggi.

Perfetto per chi…

Imperdibile per chi ha amato il manga originale di Oima, La forma della voce è una nuova eccellente prova dell’animazione giapponese. Verrà amato dagli adolescenti più sensibili, ma capito anche da quelli più distratti: i primi rivivranno alcune tappe della propria crescita personale e sentimentale, i secondi affronteranno temi importanti della loro quotidianità, come il bullismo e la disabilità.