Bambini, media e contenuti educativi

Quanto tempo trascorrono i bambini davanti agli schermi? Quali sono le materie che i bambini apprendono di più dai media? Quali sono le piattaforme che i genitori considerano più efficaci? Sono alcune delle domande a cui cerca di rispondere la ricerca che il Joan Ganz Cooney Center ha condotto negli USA su oltre 1500 genitori di bambini tra i 2 e i 10 anni.  “Learning at home: families’ educational media use in America” esplora l’uso di tv, dvd, videogiochi, libri, e-readers, telefonini e tablet in ambito domestico e per fasce d’età, per comprendere quanto tempo trascorso con i mass media sia dedicato a contenuti educativi e con quali risultati.

Tempo trascorso davanti agli schermi

Dal documento emergono alcuni dati interessanti e per certi aspetti sorprendenti. Quasi la metà (44%, vale a dire 56 minuti sulle 2:07 ore al giorno) del tempo trascorso davanti allo schermo è dedicato a contenuti educativi secondo i genitori, che considerano tale esposizione  proficua per l’apprendimento di determinate competenze e lo sviluppo cognitivo.

Utilizzo dei contenuti educativi

Otto bambini su dieci utilizzano media educativi almeno una volta alla settimana, il 34% ogni giorno. L’uso è più frequente nei bambini più piccoli, di 2/4 anni (1:16 ore), con un calo progressivo nei bambini più grandi (50 minuti nella fascia 5/7 anni, 42 minuti in quella 8-10 anni). I bambini più grandi passano infatti complessivamente più tempo davanti agli schermi, ma una fetta minore di questo tempo è dedicata a contenuti educativi (è il 78% di 1:37 ore nei bambini di 2/4 anni, il 27% di 2:36 ore in quelli di 8/10 anni).

Tipo di contenuti educativi

La tv gioca ancora la parte del leone per quanto riguarda i contenuti educativi, con 42 minuti al giorno, contro i 5 dei dispositivi mobili e dei computer e i 3 dei videogiochi. La lettura, lo sviluppo di abilità cognitive e la matematica sono le aree in cui i genitori riconoscono maggiormente l’utilità dei media educativi; il 37% dei genitori afferma infatti che il proprio bambino ha imparato molto da una piattaforma educativa per quanto riguarda l’alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, mentre il 28% afferma la stessa cosa per la matematica. La percentuale scende invece al 19% per le scienze. Viene da chiedersi però se questi dati non vengano influenzati dal peso rilevante dei bambini più piccoli nella fruizione di contenuti educativi e da un’offerta di mercato in cui prevalgono i contenuti che puntano all’alfabetizzazione – con format di prodotto ormai consolidati e quindi più facili da sviluppare – più che i contenuti scientifici o di educazione all’immagine, che richiedono un maggior impegno dal punto di vista della produzione.

Impatto sull’apprendimento

Sorprendentemente, per quanto riguarda l’impatto percepito sull’apprendimento, i contenuti educativi sui dispositivi mobili sono messi all’ultimo posto dai genitori per tutte le materie, mentre la tv dei programmi “educational” viene indicata come mezzo complessivamente più efficace. Sarebbe interessante capire quanto di questa percezione dei genitori dipenda da un difetto di selezione dei contenuti educativi disponibili sui dispositivi mobili, che sono indubbiamente molto più numerosi e molto più difficili da scegliere in un mercato affollato di prodotti di bassa qualità.

Penetrazione dei media

La penetrazione dei dispositivi mobili è particolarmente alta: il 71% dei bambini ha accesso a casa ad uno smartphone, il 55% ad un tablet, il 44% ad un iPod. Complessivamente il 62% dei bambini ha accesso ad un dispositivo adatto alla lettura in digitale come un e-reader o un tablet; però solo la metà di questi bambini ha letto o ascoltato qualcuno che leggeva loro su un dispositivo di quel tipo. La ricerca sottolinea come i bambini trascorrano in media 5 minuti al giorno leggendo libri digitali, contro i 29 minuti quotidiani dei libri cartacei, che continuano ad essere il supporto preferito per la lettura. Così, anche coloro che temono che i bambini di oggi perdano “la magia del libro” possono dormire sonni tranquilli.

È possibile scaricare il file integrale della ricerca, in inglese, dal sito del Joan Ganz Cooney Center.