Papo&Yo: far pace col mostro che amiamo

Sviluppatore: Minority. Anno di uscita: 2012 Piattaforme: PS3, PC Windows. Lingua: Italiano Prezzo: 10,99€.

Questa volta siamo nei panni di Quico, un bambino di una favela sudamericana alle prese con le proprie paure. La sua storia è ispirata all’infanzia di  Vander Caballero, il game designer autore di Papo&Yo, che con questo gioco ha cercato di far pace con il suo passato… e con il proprio padre.

Quico e il suo grosso e strano amico Mostro, un gigante tenero dai denti aguzzi, sono i protagonisti di questa bellissima avventura esplorativa in terza persona, ambientata in un mondo fantastico in cui il piccolo Quico viene catapultato quando – infilatosi in un armadio – cerca di sfuggire per l’ennesima volta da ciò che più lo spaventa: un padre-mostro in preda ai fumi dell’alcol.

Ma attenzione: non assistiamo a scene di violenza familiare, non ci viene sbattuto in faccia il problema dell’alcolismo, che anzi non viene mai rappresentato esplicitamente. Tutto è reso in chiave simbolica, in modo intelligente e delicato.

Il piccolo Quico infatti esplora il suo mondo colorato e meraviglioso in compagnia del suo amico, che lo aiuterà nella sua corsa su e giù per i tetti accompagnandoci alla scoperta dei segreti della favela e delle complesse relazioni che legano i protagonisti del gioco. L’incontro del bambino con il grosso mostro rappresenta la metafora che Caballero ha scelto per descrivere la relazione turbolenta con il genitore.

Mostro, infatti, può essere un gigante buono e amabile ma può anche trasformarsi in un nemico cattivo e iracondo. Questo perché, esattamente come il papà di Quico, anche Mostro ha un vizio che ne altera il temperamento e il comportamento: ha una passione sfrenata e irresistibile per un particolare tipo di rana velenosa di cui si ciba ogni volta che gliene capita una a tiro.

Dopo averne ingerito una, Mostro diventa aggressivo, si trasforma letteralmente e Quico deve fare attenzione e stargli a debita distanza. Una volta smaltito l’effetto tossico degli anfibi Mostro torna però a essere l’innocuo compagno di gioco e di viaggio di sempre, un grosso animale dalla pancia tonda e rassicurante, tenero e buffo, e il bimbo può servirsi del suo aiuto per proseguire nell’esplorazione.

Quico ha inoltre capito che Mostro può essergli d’aiuto anche quando è la rabbia a muoverlo, deve solo riuscire a indirizzare quella rabbia nella giusta direzione. Ecco quindi che alle volte è indispensabile che Mostro mangi le rane (e sia arrabbiato) per aiutare il ragazzino in alcuni specifici passaggi, e poter così proseguire nella ricerca di una cura che risolva il suo problema di dipendenza. Ed è grazie a questa meccanica che Caballero riesce a farci affezionare anche a Mostro, coinvolgendoci nella storia e accompagnandoci verso un finale bello e commovente.

Questa relazione tra la creatura e Quico rappresenta alla perfezione il rapporto complicato e doloroso che lega un figlio al padre alcolista, un rapporto combattuto fatto di amore e paura, in cui il genitore amorevole quando è sotto l’effetto dell’alcol diventa un mostro che non si preoccupa se a causa della dipendenza fa soffrire la propria famiglia. Un rapporto che – in Papo&Yo – il figlio poco alla volta impara a gestire e ad accettare, perché “non esiste una cura per Mostro, bisogna solo lasciarlo andare”…

E così Papo&Yo è in grado di metterci di fronte a una tematica delicata pur non traumatizzandoci. Classificato PEGI 12+, questo bellissimo gioco che nel gameplay non fa mai riferimento esplicito all’alcol, fornisce in modo intelligente uno spunto ai genitori per eventualmente affrontare con i propri figli il tema delle dipendenze.