Il suffit parfois d’un cygne
Il suffit parfois d’un cygne – The one swallow that did make a spring. Editore: La souris qui raconte. Testo: Emilie Chazerand. Illustrazioni: Nicolas Gouny. Supporto: iPhone, iPod Touch, iPad e Mac. Richiede iBooks 3 o versione successiva e iOS 5.0 o versione successiva. Lingua: Francese e Inglese. Prezzo: 4,99 €.
Il suffit parfois d’un cygne è un ebook illustrato interattivo di La souris qui raconte, un editore francese esclusivamente digitale. Ha un catalogo di storie interattive di qualità formato app; questo è il suo primo ebook.
La grande novità, di questo formato epub3, sta nella possibilità di selezionare nel corso della storia tra lingua inglese e francese e nel poter modificare il tipo di carattere per favorire la lettura alle persone dislessiche: icona con la bandiera per la selezione del testo scritto, icona con le lettere per la trasformazione del carattere, icona con l’origami per far scomparire/rientrare la parte scritta, icona con l’uccellino per l’ascolto dalla voce narrante (che segue la selezione della lingua scritta). Il loro è stato un esperimento tecnologicamente coraggioso.
La copertina esprime tutta la potenzialità del racconto scritto da Emilie Chazerand e illustrato da Nicolas Gouny, illustratore “tardivo” e di talento molto amato in Francia, ed il cui stile è riconoscibile nelle colorate immagini, nei visi dei protagonisti e nella forma bislunga dei cuori.
La storia si apre con l’angosciata dichiarazione del piccolo protagonista.
La figura di riferimento di Balthazar è il suo papà, di professione ornitologo, poiché la madre “è andata via da tanto di quel tempo da non ricordarmi come è. Non ricordo cosa amava, di sicuro non me.” Talvolta mamma-rondine, che parte per luoghi lontani, talvolta mamma-cuculo, che cova uova altrui.
Questa dolorosa e confessata presa di coscienza introduce il baratro di solitudine in cui Balthazar vive; il senso di desolazione e di vuoto affettivo che egli prova è reso da un’animazione circolare di grande effetto scenico.
Il suo cuore è un nido nel quale uccelli di solitudine hanno deposto uova, ma sono uova fragili fredde e dure. Giornate abitate da pensieri-corvi, pensieri neri e spaventosi per un bambino, idee che gli volano in testa sinistre e minacciose e lo seguono senza mai abbandonarlo. Anche a scuola dove la maestra gli urla “sei una vera testa-di-fanello” (altro tipo di uccello) e lui non riesce a cinguettare alcuna risposta.
Un giorno arriva in classe una nuova compagna, dal nome che piacerebbe al papà ornitologo: Colombe, diversa dalle altre bambine, né beccaccia né gru! E’ bionda e triste come un canarino in gabbia e guarda il cielo con grandi occhi da gufo.
L’entrata nella storia di questo nuovo personaggio femminile cambia improvvisamente il tono e lo spirito della narrazione, non più languido struggimento ma spiraglio di un cambiamento nella vita del bambino. La mamma di Colombe infatti, gravemente malata, è diventata un uccello del paradiso. Sono simili i due bambini nel loro dolore e per la loro affettività compromessa. L’interattività della tavola in cui Balthazar fa un mazzo di piume da donarle è dolce e composta, lei gli sorride.
Ma nel giovane protagonista nasce un sentimento che va oltre l’amicizia. Quando Colombe gli è accanto, sente tanto caldo…persino nel suo freddo cuore-nido, balbetta, arrossisce. Mentre l’interattività ci regala lo sguardo già malizioso della bambina, troviamo Balthazar sconvolto dal rossore e il gatto complice ride alle loro spalle.
Lo stordimento amoroso che prova sono il suo segreto, il suo tesoro. Balthazar la indica timidamente da lontano solo al nonno, la guarda saltare al gioco della settimana, la guarda sempre inebetito e si chiede come avvicinarla per dichiarare il suo sentimento. Certo non si può fare come con i passerotti, con briciole di pane, con moscerini o lombrichi.
E come accade spesso, mentre il ragazzino si perde nella strategia del primo approccio, è lei a prendere l’iniziativa. Seduta su una panchina canticchia allegramente e inizia a piegare un foglio, poi lo ripiega fino ad offrirgli l’origami di un cigno, per spiegare finalmente il titolo di questa storia di solitudine, amicizia e amore.
Prosegue l’efficace metafora delle uova nel cuore, la musica diventa spensierata, i gusci si fessurano, usciranno pulcini pronti a spiegare le ali per la prima volta.
Diventano amici inseparabili, due pappagallini, e la loro sintonia allontana per sempre i corvi cattivi.
L’interattività è ben calibrata, ben legata al senso della trama tra voli continui di specie di uccelli e piccole sorprese di vario genere, il tessuto narrativo è valido e delicato, le illustrazioni – molto adatte ad un pubblico di piccoli – soavi e leggiadre. Le tavole sono arricchite da cinguettii, pigolii e cicalecci e da effetti sonori pertinenti e gradevoli, la voce narrante morbida e ferma.
Nel testarla abbiamo riscontrato alcune difficoltà di fruizione legate al cambio di lingua. E’ preferibile consultarla su un ipad3, attendere il caricamento di tutte le tavole senza “stressare” l’utilizzo con scatti rapidi in avanti e indietro. Unicamente per questo motivo tecnologico non viene attribuito il massimo punteggio.