Le app, gli ebook e gli ebook epub3

Per spiegare la differenza tra formato app e formato ebook è imprescindibile far chiarezza sulla tecnologia sottostante.

La differenza sostanziale tra un app e un ebook è che la prima viene sviluppata sulla base della tecnologia che è destinata ad ospitarla (principalmente, oggi, per uno dei due mondi di riferimento, Apple o Android): i contenuti e quello che serve per farli vedere ed utilizzare dall’utente stanno insieme, in una modalità che è pensata per funzionare esclusivamente sullo store a cui viene destinata. L’ebook, invece, è un “pacchetto” di contenuti, che viene consegnato a tutte le applicazioni (i reader) in grado di leggerli; il formato EPUB del libro digitale nasce per essere letto da reader installati su piattaforme diverse, e viene quindi scritto in un linguaggio “standard”, ovvero adottato (più o meno) da tutti con regole condivise.

Le cosiddette bookapp sono spesso più ricche di funzionalità proprio perché il “reader” è costruito ad hoc insieme al contenuto, e per questo risponde perfettamente; invece un ebook tiene conto della capacità “media” dei reader con cui verrà letto ed deve assecondarne i limiti.

La tecnologia degli ebook però sta crescendo rapidamente: il formato EPUB3 permette di utilizzare moltissima multimedialità ed interattività, e in un futuro non lontano aprirà anche al multilinguismo e al salvataggio di contenuti realizzati dall’utente/lettore (ad esempio, quiz o esercizi nei libri per la scuola).

Una app, benché straordinaria, non potrà essere letta e mantenuta se non sul tablet o smartphone per cui è stata acquisita: se passate, ad esempio, da un iPhone ad un Samsung Galaxy nulla di quello che avete acquistato sarà riutilizzabile; gli ebook, seppur faticosamente, si stanno affrancando da questi vincoli.

Un EPUB3 oggi si potrebbe leggere su reader e tablet diversi; il motivo per cui, spesso, se viene acquistato su uno store (ad esempio, da Kindle Store di Amazon o da iBooks Store di Apple) non è utilizzabile altrove è una scelta, da parte degli editori, di applicare una protezione dell’ebook (un DRM) che lo confina nello store dove è stato prelevato.

Anche su questo si sta lavorando molto a livello internazionale, per definire delle caratteristiche dei DRM che li rendano comuni a tutti gli store e, di conseguenza, a tutti i reader; avremo nei prossimi anni uno standard migliore per costruire i libri digitali (EPUB4, 5, 6…), avremo regole comuni per dotare tutti gli apparecchi di reader che leggano questi contenuti ed una gestione meno “chiusa” della protezione dei diritti.

Questo permetterà – ci si augura – di spostare la nostra biblioteca digitale sul tablet che preferiamo, di leggere i libri ovunque (su un tablet, un phablet, uno smartphone, un pc; offline ma anche online in un browser), di poter scegliere di abbandonare Amazon per Apple o viceversa, senza per questo dover rinunciare a tutta la biblioteca accumulata in mesi o anni di letture digitali.

Per la larga circolazione dei libri e per l’accessibilità diffusa non è una differenza da poco: una app viene collocata in un perimetro definito da una multinazionale, la quale decide autonomamente come deve essere fatta e come può essere utilizzata; un ebook, invece, sarà – sempre più – definito da regole internazionali condivise, e sempre più sarà sottratto alle logiche di “walled garden” dei colossi tecnologici.
Amazon ancora oggi utilizza un formato proprietario, il .mobi, che limita ogni possibilità di utilizzo di interazioni, animazioni ed altri arricchimenti possibili degli ebook; l’auspicio è che il mercato persuada Amazon, in un tempo non lunghissimo, ad adottare lo standard più diffuso per la creazione di libri digitali.

In questa sede – e lo dico anche in qualità di madre – è utile un ulteriore chiarimento pertinente i contenuti.

Quelle che comunemente definiamo book app sono storie interattive in formato app, assimilabili all’idea di libro interattivo, di un epub3; cioè storie, racconti illustrati e animati, con un corredo di suoni, voce narrante e interattività che mai cedono al gioco fine a se stesso o a logiche di punteggio. E’ la narrazione, ed il suo scorrere, ad essere la protagonista indiscussa.
Non sono richieste abilità, non vi sono compiti da svolgere per raggiungere obiettivi neanche in modo latente, non mettono in competizione i giovani fruitori. Sono libri dall’impianto esclusivamente narrativo, in cui la storia domina ed avvince, in modo interattivo – certo – ma senza delegare a puzzle, memory o giochi performanti, il suo successo.