Illusion: A Tale Of Mind – l’incubo di Emma

Illusion: A Tale of Mind è un puzzle-adventure pubblicato a fine Maggio 2018 su PlayStation 4 (versione provata), PC e Xbox One. Questa opera sviluppata da Frima Studio può trarre un pochino in inganno il genitore non appassionato che sta cercando un videogame per il proprio piccolo: le immagini diffuse sul web lo fanno sembrare un prodotto adatto a quasi tutte le età, e a questo si aggiunge il Pegi che ha deciso di assegnarli un +7.
La verità è che Illusion è un gioco più adulto di quanto non sembri: non c’è violenza, ma le tematiche affrontate e l’ambientazione sono molto collegate e necessitano probabilmente di una mente un pochino più grande per essere realmente comprese. Se proprio dovessi consigliare un’età direi dai 12 in su.

Nella mente di un uomo

Illusion: A Tale of Mind ci mette nei panni di Emma, una bambina forte, coraggiosa, accompagnata da un simpatico peluche parlante di nome Topsy. Ma lei non è l’unica protagonista: la mente del suo papà (in cui Emma si trova intrappolata) è come un vero e proprio personaggio che sarà con noi per tutta l’avventura.
Inoltrandoci nel gioco tutti i nodi verranno al pettine: come mai Emma si trova nei pensieri del babbo? Chi è quell’occhio gigante che ci scruta, e di chi è quella voce che sembra appartenere ad un mostro?
Una cosa interessante da notare è che a poco a poco non impareremo tanto a conoscere la giovane protagonista, quanto piuttosto il padre: lo vedremo più volte passarci vicino nelle vesti di un fantasma/ricordo che sembra però non notare la nostra presenza. Scopriremo la sua storia, quella di un uomo dei primi decenni del ‘900, così tanto forzuto da finire a fare spettacoli in un circo, perdutamente innamorato della propria donna e della propria bambina e della vita, costretto ad affrontare ripetutamente la morte al fronte nella Prima Guerra Mondiale. Ed è in questo periodo che iniziano l’allontanamento dalla famiglia, i dubbi, i dispiaceri affogati nell’alcol, le gelosie, la sfiducia.

Illusion: un videogioco tra sogno e realtà

L’ambientazione di Illusion è un mix di realtà e finzione. Siamo, come già detto, nella mente di un uomo, nei suoi ricordi, nei suoi problemi. Si tratta di un universo onirico fatto di strutture reali, aderenti al nostro concetto di realtà, ed altre alterate dalla fantasia: gli oggetti assumono talvolta una dimensione proporzionata al peso che essi fanno gravare nella psiche. Un esempio efficace sono le bottiglie di vino che, quando inizieremo ad affrontare il problema dell’alcolismo, saranno più grandi di una casa. Il lavoro grafico svolto dagli sviluppatori non è il migliore che si sia visto su console da un punta di vista tecnico ma, dal lato artistico, si può invece fare un applauso di incoraggiamento. Molto bello, in particolare, il capitolo dedicato al periodo in cui il padre di Emma ha dovuto combattere in trincea: l’estetica riesce molto bene a trasmettere il senso di disagio, depressione, ed oppressione vissuto in quegli anni. Noteremo aerei da guerra con fattezze simili a pericolosi avvoltoi (ali di metallo, artigli al posto delle ruote per l’atterraggio),  cannoni dalle bocche dentate, trincee dalle pareti irrealmente allungate e molto altro.
C’è comunque spazio anche per l’amore: persino nei periodi più bui la mente dell’uomo ha sempre uno spazio riservato al ricordo delle persone più care.

Nota dolente: la ripetitività

Veniamo all’unica vera e propria nota dolente di Illusion: A Tale of Mind, e cioè la ripetitività. Nel gioco non si affrontano nemici (salvo scappare in sporadiche occasioni da alcune mani giganti) ma si procede risolvendo degli enigmi. Si tratta di solo tre tipologie di enigmi che si ripetono costantemente nel corso di tutta l’avventura: bisogna combinare pezzetti di vetro per formare una figura, ruotare la telecamera per comporre degli oggetti, oppure capire in quale sequenza colpire dei neuroni colorati per rimuovere alcuni ostacoli che interrompono la via.
Già dopo due o tre ore di gioco passate a compiere sempre le stesse azioni si comincia ad avere la sensazione che si sia voluto allungare il più possibile “la minestra”, e si finisce per proseguire non tanto per divertirsi quanto per “completismo” o soltanto per capire come si conclude la vicenda.
Anche per questo motivo Illusion: A Tale of Mind non è proprio un gioco per tutti (adulti o bambini), ma solo per il genitore che vuole sfruttare un videogioco per affrontare le tematiche sopra citate con il proprio figlio.