Last Day of June – l’avventura per salvare June

June non c’è più. Era una giornata solare, con pic nic al mare e una bella notizia da condividere con il suo fidanzato, ma un incidente l’ha portata via. Se credete che i videogiochi non possano farvi piangere, dovrete ricredervi perché il consumo medio di fazzoletti in Last Day of June è attorno alla quintalata abbondante.

L’effetto farfalla

L’avventura vera inizia con il fidanzato che si risveglia da un sogno: solo e persino sulla sedia a rotelle, sta consumandosi nel dolore per la perdita dell’amata June. Ma non tutto è perduto: scopre infatti che i quadri dipinti da June sono magici e gli permettono di tornare indietro nel tempo in quel fatidico e terribile pomeriggio (l’ultimo giorno di June di cui parla il titolo) per tentare di cambiare il corso degli eventi.

Quattro personaggi sono fondamentali per evitare il terribile incidente. Quattro storie da esplorare, per capire cosa è successo e come sarebbe potuto andare diversamente. Last Day of June è un’avventura in cui bisogna riflettere e andare per tentativi: una palla lanciata contro un vaso, una pozzanghera evitata al momento giusto possono modificare il corso degli eventi – è il celebre “effetto farfalla”, secondo cui se in Italia una farfalla sbatte le ali, si crea un effetto a catena che provoca una tempesta dall’altra parte del mondo. Dovrete vivere queste quattro storie e capire dove si trova il maledetto bivio, quel momento in cui una decisione apparentemente innocua ha determinato l’incidente di June: preparatevi quindi a vivere queste “storie”, e poi riviverle più volte per capire cosa potete fare per modificare il corso degli eventi. Anche aprire un cancello o spostare un oggetto può avere un effetto positivo, solo provandoci capirete se è così.

Stile italiano

Last Day of June è un gioco tutto italiano, e lo diciamo con un pizzico di orgoglio tricolore. Il team Ovosonico di Massimo Guarini ha creato un piccolo capolavoro di stile, in cui i personaggi hanno un carattere tutto loro: sebbene non parlino (emettono solo dei piccoli squittii) e non abbiano nemmeno gli occhi, si fanno capire perfettamente come gli attori di un film muto. La sceneggiatura di Mattia Traverso è geniale, un nodo gordiano di cause e effetti che si rincorrono e che dovrete concatenare per ottenere l’unico risultato che porta al finale. Metà del merito è della colonna sonora strepitosa, che accompagna ogni momento del gioco e fa capire, con rapidi cambiamenti di tono, che sta per succedere qualcosa (potete ascoltarla su Spotify).

Il team di Ovosonico spiega il “motore” dei sentimenti in Last Day of June

A chi può piacere

L’avventura di Last Day of June dura un pomeriggio: cinque-sei ore al massimo in cui esplorerete i dipinti e, anche semplicemente andando per tentativi, riuscirete a “raddrizzare” (le virgolette sono d’obbligo) il corso degli eventi. Se ci ragionate un po’ su, riuscirete anche a prevedere quali sono le azioni più intelligenti e quelle meno utili per raggiungere il vostro scopo, e risparmiarvi un paio di “ritorni” nelle varie storie.

È un gioco che si presta tantissimo al gioco in due (o tre): mettersi di fronte alla TV o al monitor del PC e ragionare con la propria metà, fratellino o figli su cosa fare e cosa potrebbe succedere funziona benissimo. Il gioco è percorso per tutta la sua lunghezza da una vena di tristezza e malinconia, quindi preparatevi a un’avventura dove si ride poco e si piange abbastanza – siamo ai livelli di Up!, il film della Pixar. Quindi, prendete in considerazione di spiegare l’effetto farfalla e preparare un po’ i vostri figli al fatto che non saranno cinque ore di matte risate. Se sono abbastanza maturi da capire il viaggio e il senso del gioco, Last Day of June sarà un pomeriggio diverso dal solito.