Il Guardiano dell’Immaginazione
Il Guardiano dell’Immaginazione. Sviluppatore: Play Creatividad. Supporto: iPhone, iPod Touch e iPad. Richiede iOS 6.0 o successivi. Lingua: Italiano, Inglese, Spagnolo, Catalano. Prezzo: 1,79 € per le prime tre storie, con acquisti in-app per quelle successive (3,59 € per la versione completa).
Dagli sviluppatori dell’acclamato iPoe – purtroppo non ancora disponibile in italiano – arriva questa raccolta di storie interattive, tenute insieme dall’idea che un guardiano abbia raccolto in una bottega gli scrigni in cui le persone raccolgono i propri sogni, in un mondo in cui la gente per un motivo misterioso ha smesso di immaginare.
Il lettore è così invitato a scoprire, una dopo l’altra, le storie raccolte nelle scatole, che nascondono la chiave per aprire lo scrigno successivo. Il meccanismo è suggestivo ed enfatizzato da scene graficamente curate, in cui le note dark di iPoe si stemperano in atmosfere nostalgiche, accompagnate da una musica che in racconti come quello di Carmesina tocca accenti cupi e un po’ angoscianti, più adatti ad un adulto che ad un bambino.
Effettivamente, uno dei problemi dell’applicazione è proprio la mancanza di coerenza stilistica e di contenuto, che rendono difficile individuare una fascia d’età precisa a cui destinare l’app. Alcune storie come il “Racconto del lunedì” sembrano decisamente destinate ad un pubblico di adolescenti o di adulti per il tema affrontato – la “noia” esistenziale – mentre altre come “Serafino lo stonato” sia per il tipo di racconto – una rivisitazione del brutto anatroccolo – che per il trattamento grafico, sono più adatte ai bambini.
Qualche sbavatura si nota anche nella qualità della scrittura, che soffre di una traduzione non eccelsa, mentre una mancanza che si avverte è a nostro avviso quella dello speakeraggio, particolarmente utile soprattutto per i bambini più piccoli (cosa invece comprensibile se si pensa ad un’app rivolta ai ragazzi).
Anche le interazioni, come i mini giochi, la funzione di disegno, le animazioni – che sono presenti e si sforzano per quanto possibile di legarsi alla storia per non essere fini a se stesse – danno però nel complesso l’impressione di un tutto ben realizzato, ma non ben amalgamato. Come se si fosse tentato di costruire un meccanismo montando pezzi che avevano una vita propria autonoma e che ora faticano a stare insieme.