Ragazzi e informazione: che impatto hanno i media sui più giovani
I bambini hanno grande considerazione per gli organi di informazione, ma si sentono trascurati o mal rappresentati dai media, in cui individuano contenuti che li fanno sentire depressi o spaventati. Vengono spesso ingannati dalle fake news e, benché cerchino le notizie sui social media, ricorrono alla famiglia come fonte di cui fidarsi.
È quanto emerge dalla ricerca “News and America’s Kids: How Young People Perceive and Are Impacted by the News” condotta da Commonsensemedia, attraverso un questionario somministrato a ragazzi americani tra i 10 i 18 anni.
I ragazzi hanno grande considerazione per l’informazione
Circa metà degli intervistati (48%) dice che per loro è importante seguire l’attualità, mentre il 70% sostiene che questo li faccia sentire più intelligenti e informati.
I ragazzi si sentono trascurati e mal rappresentati dai media
Molti degli intervistati ritengono che la loro voce non sia rappresentata nei media e che gli organi di informazione non comprendano il loro punto di vista (69%). Dovrebbero mostrare di più persone della loro età piuttosto che mostrare adulti che parlano dei ragazzi (74%).
I ragazzi sono spaventati dall’informazione, che li fa sentire depressi
I contenuti dei media d’informazione possono disturbarli, facendoli sentire spaventati, arrabbiati e/o tristi (63%). I tweens sono più inclini ad avere paura di fronte alle notizie rispetto agli adolescenti.
I ragazzi sono spesso ingannati dalle fake news
Meno di metà dei bambini (44%) sostiene di poter individuare le notizie false da quelle vere. L’aver sperimentato le fake news può essere una delle ragioni per cui solo uno su quattro ha molta fiducia nelle notizie che riceve dagli organi di informazione. Il 31% degli intervistati dice di aver condiviso una notizia che si è poi rivelata falsa.
I ragazzi hanno fiducia nella famiglia (ma continuano a preferire i social media) come fonti di notizie
Il 66% dei ragazzi sostiene di fidarsi delle informazioni che ricevono dalla propria famiglia. Seguono al secondo posto gli insegnanti come fonte d’informazione fidata. Tuttavia, se gli si chiede di selezionare la loro fonte di informazione preferita, la maggior parte indica le fonti online (39%), seguiti dalla famiglia e dagli amici (36%). I media tradizionali sono il fanalino di coda (24%).
Dalla ricerca emerge un quadro che, qualora ce ne fosse bisogno, sottolinea l’importanza da parte delle agenzie educative – la scuola e la famiglia in primis – di investire sull’educazione alla cittadinanza digitale, sul modo in cui i ragazzi approcciano e consumano le fonti di informazione, sulla loro capacità di selezionarle e interpretarle in modo critico.