Screen Time: una riflessione dell’Unicef in difesa dei diritti dei bambini
Il dibattito pubblico sui danni dello screen time in bambini e ragazzi è acceso e numerosi sono gli appelli per proteggere i bambini limitando tempo di esposizione e uso. Daniel Kadefelt-Winther, capo della ricerca per Unicef presso il centro di ricerca dell’Ospedale degli Innocenti a Firenze, ha preso posizione rispetto al rapporto di bambini e ragazzi con le tecnologie digitali in un articolo apparso sul blog dell’Unicef.
La Commissione scienza e tecnologia del Parlamento del Regno Unito ha effettuato un’inchiesta sull’impatto di social media e screen time nei giovani e ha evidenziato che le ricerche scientifiche che riscontrano un pericolo sono inattendibili a causa di difetti metodologici. A monte di ciò, Kadefelt-Winther riconosce che non ci sono al momento evidenze scientifiche per definire una linea di condotta rispetto allo screen time dei bambini ed evidenzia possibili risvolti negativi di regole troppe rigide:
“Atteggiamenti eccessivamente restrittivi sullo screen time potrebbero aver privato innumerevoli bambini e ragazzi della libertà di perseguire i propri interessi nel mondo digitale.”
Il gioco è un diritto fondamentale
Il gioco è un diritto fondamentale dei bambini sancito dalla “Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”. È inoltre essenziale per lo sviluppo di creatività, autostima e capacità sociali, cognitive ed emotive. Le tecnologie digitali posso facilitare lo sviluppo, anche se in un modo che le vecchie generazioni faticano a comprendere.
La realtà è che le opportunità di gioco libero con i coetanei stanno diminuendo per una combinazione di fattori, indipendenti dalle nuove tecnologie: paura per la sicurezza dei bambini, ritmi lavorativi dei genitori e crescenti pressioni per i risultati scolastici.
Online, le piattaforme virtuali e i social network sono ambienti che possono allargare gli orizzonti dei ragazzi, dare opportunità di incontrare altre culture, sperimentare l’autonomia e contribuire a valorizzare la diversità.
Meno allarmismo, più rispetto per le opinioni dei ragazzi
Per cambiare la mentalità degli adulti sul digitale – e passare da un atteggiamento normativo ad uno di affiancamento – bisogna focalizzarsi sui diritti dei bambini e metterli al centro delle discussioni sulle tecnologie digitali. I bambini sono i membri meno ascoltati dalla società, dovrebbero essere consultati sulle decisioni che riguardano il loro uso dei media.
È importante promuovere tanto il diritto di un ragazzo di essere protetto quanto il diritto di diventare autonomo.
“I minori hanno bisogno di guide, non di restrizioni” replica Jordan Shapiro all’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo la recente pubblicazione delle “Linee guida sull’attività fisica, la sedentarietà e il sonno nei bambini al di sotto di 5 anni”.
Il diritto di proteggere dai pericoli non può prevalere sui diritti di partecipazione e libertà di espressione. Integrare la tecnologia digitale nella vita dei bambini, richiede meno allarmismo nel dibattito pubblico e più rispetto per le opinioni dei ragazzi.