Gibbon beyond the trees: gibboni appesi ad un filo

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Gibbon: beyond the trees è un gioco dal comparto artistico delizioso che vuole avvicinarci a una delle molte specie messe quotidianamente a rischio di estinzione dall’uomo cioè il gibbone. Attraverso una storia semplice ma emozionante e un gameplay ben riuscito il giocatore si calerà nei pelosi panni di uno di questi primati e si scontrerà con le intrusioni dell’uomo nella giungla del Sud-Est Asiatico.
Il gibbone è una specie sorprendente, solo a prima vista familiare. Uno dei suoi aspetti più interessanti è la complessa vocalità che si trasforma quasi in un canto durante le interazioni sociali tra gli individui. Gli sviluppatori austriaci di Broken Rules hanno sfruttato questo elemento per raccontare una storia “silenziosa” in cui le immagini e i canti raccontano le vicende di una famiglia di gibboni alle prese con la loro vita quotidiana bruscamente interrotta dalle attività dell’essere umano che modificano drammaticamente il loro ambiente, mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza.

Un quadro che cambia, tra cambiamenti climatici e deforestazione

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Abbiamo apprezzato la semplicità delle vicende narrate, che permette di soffermarsi con maggiore attenzione sull’ambiente e su i come gli splendidi fondali disegnati a mano mutino passando da una folta foresta ad aree rurali e cittadine, senza interruzioni o finestre di caricamento. Senza usare testo ma solo audio ambientale Gibbon riesce a trasmettere al giocatore il cambiamento radicale che stanno subendo le giungle dell’Asia. La foresta vergine viene gradualmente abbattuta per lasciare lo spazio a coltivazioni di palme da cui viene ricavato il celebre olio di palma (un olio alimentare sempre meno usato in Europa proprio per motivi ambientali e non, come si tende a credere, per ragioni di salute), i grandi fiumi vengono convogliati e raccolti in bacini idrici sostenuti da enormi dighe che alterano la disponibilità di acqua per le specie animali, e piccoli centri abitati proliferano senza regole in grossi agglomerati urbani. Tutto ciò sta accadendo anche ora con effetti devastanti per le specie animali e vegetali ma anche per l’equilibrio dell’intero pianeta, alla prese con i cambiamenti climatici globali che potrebbero essere almeno rallentati grazie dalla presenza di ambienti in salute, come quello della giungla asiatica. Un altro grosso problema che viene mostrato nel gioco è quello costituito dal traffico illecito di animali, prelevati da questi ambienti e venduti a ricchi offerenti negli Stati Uniti, in Asia e Europa, che coinvolge i gibboni ma anche altre specie come i pappagalli e le nasiche.

Una foresta di cemento

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Gibbon però riesce a parlare anche attraverso il proprio gameplay, facile da comprendere ma in grado di regalare soddisfazioni solo dopo aver preso un po’ mano con i controlli. Dovremo entrare nell’ottica che, come nella realtà, il gibbone è lento e impacciato a terra ma un vero campione nel dondolarsi tra i rami (una modalità di movimento chiamata brachiazione). Il giocatore potrà quindi decidere dove arrampicarsi e dove scivolare lungo i rami con un sistema di gioco che spinge a interiorizzare un ritmo di traversata che se mantenuto permette di potersi muovere con maggiore velocità attraverso gli ambienti permettendo così di superare baratri altrimenti troppo ampi. Come detto sopra, mentre ci si muove negli ambienti questi mutano e se all’inizio sarà facile dondolarsi tra i molti appigli forniti dai rami degli alberi le cose si faranno più difficili procedendo negli ambienti dominati da campi o città, dove sarà necessario sfruttare le poche piante disponibili, le tettoie, le impalcature per mantenere la velocità. Questa difficoltà nel gameplay riesce a comunicare efficacemente le difficoltà di movimento che incontrano questi animali nel momento in cui la foresta va a ridursi a causa delle attività economiche umane.

Altri materiali per approfondire il tema delle specie a rischio

Per creare una rappresentazione aderente alla realtà dei temi trattati, gli sviluppatori di Gibbon hanno collaborato con associazioni che si occupano della salvaguardia dei gibboni e della giungla, una scelta che abbiamo apprezzato e che permette di entrare in contatto con chi ogni giorno cerca di proteggere questi animali. Una volta terminata la storia principale è possibile continuare a giocare per sbloccare pagine dell’enciclopedia, che approfondiscono i temi dello sfruttamento delle foreste e delle specie minacciate dall’uomo, e liberare dalle gabbie diverse specie animali prese di mira dal traffico illecito. In conclusione è sempre bello vedere piccoli gruppi di sviluppo impegnarsi per arricchire le narrazioni videoludiche con storie che raccontano problemi reali e spesso poco conosciuti, portandoli a un pubblico giovane e arricchendo il messaggio con un gameplay godibile e una bella veste grafica. Gibbon: beyond the trees è classificato come PEGI 3, quindi giocabile in sicurezza dai 3 anni in su. Sebbene i contenuti del gioco siano fruibili già da questa età, per superare alcuni passaggi serve un minimo di dimestichezza con i controlli e un certo tempismo, portandoci quindi a consigliare Gibbon come esperienza autonoma dai 6 anni. È disponibile su Apple Arcade, Steam, Nintendo Switch e itch.io.