Loot Pursuit: Tulum. Scavi e matematica

Loot Pursuit: Tulum. Sviluppatore: Dig it! Games. Supporto: iPhone, iPod Touch e iPad. Richiede iOS 6.0 o superiori. Lingua: Inglese. Prezzo: Gratis.

Suzi Wilczynski nella vita ha fatto l’archeologa e l’insegnante alle scuole medie. Adesso sviluppa giochi educativi con Dig it! Games, che punta a vincere la sfida di conciliare apprendimento e divertimento, contenuti storicamente impeccabili con gameplay coinvolgenti.

Ambientato nell’importante complesso archeologico Maya di Tulum, Loot Pursuit richiede a giocatori di 11-14 anni di fermare una banda di ladri di reperti che si mescola ai turisti per scambiarsi la refurtiva e rivenderla al mercato nero. Gli oggetti sono racchiusi in una cassa che può essere aperta solo risolvendo un quesito matematico. Per recuperarli occorre risolvere quindi sottrazioni, addizioni, moltiplicazioni e divisioni, gestire numeri a più cifre, comparare grandezze differenti, convertire valori numerici in parole e viceversa. Ogni reperto salvato sarà visibile nell’area “Loot”, bottino, con un’immagine fotografica e una breve descrizione storico-artistica, che permette ai giocatori di scoprire le anfore in cui i Maya conservavano il cioccolato, gli elmi di conchiglie usati in battaglia, i vassoi di pietra su cui le donne maya macinavano il mais.

Gli scenari del sito archeologico, che riprendono la grafica in 3D di molti videogiochi di avventura, fanno solo da sfondo e non entrano purtroppo nelle dinamiche di gioco, che si limitano ad un tap sulle icone dei reperti per l’avvio del quesito matematico. Il giocatore non agisce attraverso un personaggio tra le rovine di Tulum. Così, il tutto finisce con il risolversi in una serie di esercizi in successione e il gameplay diventa piuttosto ripetitivo e monotono.
Interessanti le opzioni di impostazione disponibili, che permettono di selezionare il tipo di operazione matematica inclusa nel gioco, per cui si può decidere di avere solo addizioni, solo sottrazioni o un mix di operazioni differenti. Risulta invece poco coerente l’aspetto linguistico perché mentre le operazioni matematiche utilizzano i termini in italiano per la conversione da cifra in parola, le descrizioni dei reperti archeologici salvati sono purtroppo solo in inglese.

In poche parole, questa Loot Pursuit appare un po’ come un’occasione mancata, che avrebbe bisogno di una dimensione narrativa intrecciata alla ricchezza di contenuti del contesto, per essere più interessante e più coinvolgente.