Risorse per imparare le lingue straniere e promuovere la pluralità linguistica

Il digitale viene utilizzato in parecchi casi per sensibilizzare il pubblico sulla pluralità linguistica e per l’insegnamento a bambini e ragazzi di lingue che rischiano l’estinzione, nella speranza probabilmente che i nuovi mezzi di comunicazione e le tecnologie possano aiutare a salvare le più a rischio tra le 6500 lingue indigene ancor oggi presenti nel mondo, avvicinandole alle nuove generazioni.

Salvare Romanica dall’estinzione, per promuovere la diversità linguistica

Il mondo di Romanica sta scomprendo: da quando tutti parlano una sola lingua, gli abitanti si annoiano, si chiudono in se stessi, cercano di fuggire dalle città che sembrano a loro volta scomparire sotto una spessa coltre di nubi. L’unico modo per salvare questo mondo è ripristinare la diversità linguistica: ecco la base dell’applicazione gratuita per iOS e Android pensata dal Ministero della Cultura francese per sensibilizzare il pubblico sulla pluralità linguistica. Lo scopo è di attivare l’insospettabile potenziale linguistico che ciascuno porta in sé: rivolgendosi qui in particolare a chi già parla una lingua romanza, lo si invita a scoprire quanto in fondo già sa – per associazione, per vicinanza di sonorità o di scrittura – con altre lingue dello stesso ceppo: in gioco ci sono l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno, l’occitano, il catalano e il corso.

romanica

Il gioco si sviluppa su cinque diversi mondi tematici (le formule di saluto, la nozione di tempo, il cibo, il viaggio, l’arte nelle diverse forme di letteratura, cinema, teatro, architettura, musica, pittura); in ogni mondo bisogna superare 15 livelli, ciascuno dei quali prevede due prove: una in cui riconoscere a quale ambito appartiene la parola proposta, nell’altra assegnare le singole parole alla giusta lingua. La difficoltà aumenta man mano che si procede: entrano in gioco il cronometro, ostacoli come muri e fiamme che eliminano le parole, bauli che si aprono a tempo. Man mano che si procede, si sbloccano delle cartoline che riportano delle curiosità sulla lingua o sulla cultura in particolare di amibito francese e rumeno.
Anche se il riferimento è il francese, una volta compreso il semplice meccanismo del gioco, è molto curioso sperimentarlo anche se si conosce solo una delle lingue in questione: si vede infatti come i caratteri possano aiutare a individuare la lingua giusta, come ci siano assonanze e similitudini nelle parole che possono aiutare nella riuscita. E certamente la ripetizione delle parole nei 15 livelli dello stesso ambito fa sì che almeno alcune rimangano impresse permettendo così di arricchire il proprio vocabolario e la propria conoscenza linguistica, foss’anche solo imparare a salutare in tutti gli otto idiomi proposti.
È positivo inoltre che l’app non faccia nessuna delle differenze che sovente vengono sottolineate in questo ambito: si parla infatti di otto lingue, senza sminuirne alcune a vantaggio di altre, senza sottolineare ad esempio come l’occitano sia in Italia riconosciuto come “lingua minoritaria”, mentre oltralpe, come il corso, non abbia nessun riconoscimento dallo Stato.

Conoscere una lingua per conoscere un popolo

L’Instituto de Investigación de la Amazonía Peruana (IIAP) ha lanciato negli anni una serie di app per Android utili perché i bambini tra 3 e 5 anni possano apprendere, attraverso musica e immagini, le nozioni base (alfabeto, numeri, vocabolario che si riferisce a parti del corpo, famiglia, colori, frutta, espressioni sul tempo meteorologico…) di lingue amazzoniche come Arawak, Taushiro, Tikuna, Wampis, Marsés, Yine, Kandozi, Quechua di Lamas o del Fiume Napo, Huitoto Murui Bue e Kukama-Kukamiri, e ancora la lingua dei popoli Ashaninka e Bora. Ad esse ha affiancato nel tempo app rivolte ai bambini della scuola primaria con esercizi per migliorare anche la pronuncia, come “Suma Y Resta” che propone numeri e matematica in lingua Kukama. Qui è possibile leggere un’intervista a proposito del progetto e del percorso che ha portato alla creazione delle prime cinque app nel 2016 a cui poi sono seguite le altre.


L’app Ma tiwelikan nawatl-Vamos a aprender Náhuatl è pensata per tutti coloro che vogliano imparare le espressioni caratteristiche della lingua Náhuatl, ma strizza l’occhio in particolare a bambini e ragazzi grazie alla scelta di affidare la parte grafica al collettivo Metzican. Sviluppata nel Laboratorio de Ciudadanía Digital e realizzata a cura del Centro Cultural de España in Mexico, ha due app sorelle che, con la medesima attenzione all’illustrazione (affidata comunque a soggetti con stili diversi per sottolineare fin dalla grafica che si tratta di tre prodotti e di tre lingue differenti) propongono di avvicinarsi ad altre due lingue dell’area messicana: Vamos a aprender mixteco e Vamos a aprender purépecha. Tutte gratuite, le app presentano una selezione di verbi, di parole nei campi animali, parti del corpo, abiti, cucina, di esercizi per contare, scrivere, salutare in venti lezioni di grado di difficoltà crescente. Conoscere una lingua – è la filosofia alla base del progetto – è anche l’opportunità di conoscerne la storia e le peculiarità sociali dei popoli che la parlano.

Imparare e giocare con le lingue straniere

La necessità di esprimere i concetti nel modo più chiaro e lineare, immaginando che ci sia chi utilizza l’app per avvicinarsi a lingue che non conosce affatto, fa sì che molte delle app realizzate per un pubblico generalista siano alla portata dei ragazzi, come Habla Quechua, creata da PromPerù sia per iOS che per Android che nel 2015 è stata riconosciuta come Mejor App nella prima edizione lationoamericana di App Innovation, oppure come Afrilangues, legata all’omonimo sito che offre – questa volta a pagamento – corsi intensivi per imparare il bambara e su cui arriveranno resto anche altre lingue già proposte on line (amarico, ewondo, lingala, peul, soninké, wolof).
Non solo app per avvicinare a lingue più “solite” come l’inglese (Mamamò ne ha proposto tempo fa una serie ancora oggi valide), il francese o lo spagnolo per cui esiste la versione dell’immersiva Pili Pop o la serie sviluppata da Studycat che comprende anche cinese e tedesco, ma per incuriosire verso lingue più lontane, forse mai sentite, ma non certo meno interessanti.

grenouilles

Chiudiamo la carrellata con la segnalazione di un portale ralizzato dall’Institut Français con la grafica di Julie Stephen Chheng, realizzatrice di Pioggia a mezzogiorno: si chiama Grenouille e gioca con le lingue e i modi dire. Una volta scelta sul sito la lingua di preferenza in cui leggere le proposte – inglese o francese – ci si può alla scoperta dei modi di dire di lingue diverse secondo differenti modalità: indovinare una certa espressione idiomatica aiutandovi con l’illustrazione presentata sullo schermo, cercare i Paesi di provenienza di espressioni che significano tutte la medesima cosa.
Una volta data la risposta appare la spiegazione e anche il bottone “come si dice a casa tua?” con la possibilità di aggiungere l’espressione simile in una lingua conosciuta. C’è sempre l’opzione di richiesta di indizio; comunque, con o senza aiuti, ci si farà una bella passeggiata tra le lingue e magari qualche espressione curiosa entrerà a far parte del vocabolario: la vita non è una fattoria di pony (tedesco), quando le rane avranno il pelo (Spagna), quando le galline avranno i denti (Francia), quando il gambero fischietterà sulla montagna (Russia).