EndeavorRX, quando il videogame viene prescritto dal medico

EndeavorRX

Videogiocare fa male? No, anzi, fa benissimo. Dopo che studi da tutto il mondo continuano a ripeterci che i videogiochi migliorano i riflessi e aumentano l’interattività tra i ragazzi, arriva la prima “ricetta” per un videogioco. A “prescriverla” non un oscuro ente mai sentito prima né tanto meno un’azienda di videogame, ma il prestigioso US Food and Drugs Administration, l’ente governativo che negli USA regola tutto quello che viene venduto come “medicine”. In questo articolo, l’FDA spiega che diversi studi su ragazzi tra gli 8 e i 12 anni affetti dal disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (DDAI) hanno mostrato segni di miglioramento grazie a EndeavorRX, un videogame pensato e studiato appositamente per lo scopo, e che infatti non si trova negli store di videogiochi.

 

Il video del gioco EndeavorRX, colorato e pieno di attività come corse e salti

Quindi, non è che *tutti* i videogiochi facciano bene ai ragazzi o li aiutino a superare situazioni più o meno critiche. Nel genere “videogiochi” sono compresi titoli molti diversi: dal violentissimo GTA V, che giustamente è vietato ai minori di 18 anni, a giochi che insegnano ai ragazzi la storia divertendoli o li mettono al timone di una piccola città, aiutandoli a capire i dilemmi di una pubblica amministrazione quando bisogna costruire strade o ospedali.

Naturale quindi che alcuni titoli siano più adatti di altri, soprattutto per una questione di età: nessun genitore può pensare che “i film” facciano tutti bene o tutti male ai propri figli. Nessuno lascerebbe Pulp Fiction nel lettore Blu Ray per il figlio di otto anni, e allo stesso modo esistono videogame adattissimi ai piccoli e altri che pensati per i maggiori di 16 o 18 anni.

E poi, non bisogna esagerare. L’FDA ha sottoposto a dei trial medici i gruppi di ragazzi affetti da DDAI facendoli giocare a EndeavorRX per 25 minuti al giorno, cinque giorni alla settimana, per un mese con risultati molto interessanti. Nel mondo, si stima che siano affetti da questo disturbo più di 4 milioni di ragazzi tra i 6 e gli 11 anni, che hanno difficoltà a mantenere l’attenzione e a controllare il loro comportamento. Se un videogioco potesse aiutarli non sarebbe meraviglioso?