Bambini e mass media: a Bari il terzo Forum nazionale

bambini e mass media

Il rapporto dei bambini con i mass media è sempre più forte. Un uso eccessivo delle tecnologie digitali, che in alcuni casi si trasforma in una vera e propria dipendenza, può generare anche alcune specifiche patologie. Se n’è discusso nei giorni scorsi a Bari, durante la terza assemblea del Forum Bambini e Mass Media dal titolo “Dipendenze e patologie della comunicazione massmediale. L’esigenza di sperimentare”.

Docenti universitari, psicoterapeuti, rappresentanti delle istituzioni, youtuber, giornalisti ed esperti di comunicazione digitale si sono confrontati sui rischi legati alla rete, dialogando con numerosi studenti provenienti da alcune scuole della città di Bari.

I giovani e i rischi della rete: cosa dicono i dati

Durante il convegno, è stata presentata la ricerca “I giovani e i rischi nella rete”, condotta nelle scuole secondarie dell’area Metropolitana di Bari, coinvolgendo ragazzi e ragazze dai 14 ai 20 anni. L’indagine, a cura del Centro Interdipartimentale di Ricerca “Popolazione, ambiente e salute” dell’Università degli Studi di Bari, ha evidenziato alcune “abitudini” legate all’uso della rete e dei nuovi media da parte dei più giovani.

Uno studente su due ha dichiarato di navigare online per almeno 3 ore al giorno.

Lo strumento più utilizzato per connettersi alla rete è lo smartphone.

I ragazzi lo ricevono – in media – all’età di 11 anni. Quasi tutti dispongono di più supporti tecnologici (cellulare, pc, tablet) e questa dotazione è sempre più precoce.

Infatti, del 98% degli intervistati che hanno dichiarato di essere iscritti ad almeno un social network, molti confessano di aver effettuato la registrazione prima del compimento dei 13 anni (età minima imposta come limite dai più comuni socia network).

Tra le attività online favorite dai ragazzi il fanalino di coda è occupato dalla lettura di ebook. E non è l’unica notizia preoccupante.

Uno studente su tre ha ammesso di andare a dormire tardi a causa del tempo trascorso in rete.

Sono in molti i ragazzi che dormono con lo smartphone o con il tablet sotto il cuscino. Quasi nessuno rinuncia ad usare il cellulare durante i pasti.
È la generazione “always on”, dei sempre connessi. In una società sempre più tecnoliquida, le abitudini, i pensieri e le emozioni dei cosiddetti nativi digitali trovano una espressione naturale nella rete. E su questo aspetto è intervenuto il professor Tonino Cantelmi, psichiatra e docente di Cyberpsicologia all’Università Europea di Roma.
La rete dà agli utenti una libertà immensa di cercare, creare, condividere contenuti. Per questo, spesso si sostituisce alla realtà. Molti utenti si costruiscono una vita parallela che trovano proprio nella realtà virtuale. Ne deriva un impoverimento della famiglia e delle relazioni sociali reali. La dipendenza ha poi, per possibile conseguenza, effetti psicologici quali la depressione, l’insicurezza e l’instabilità emotiva, come ha sottolineato il professor Francesco Bellino, docente di bioetica all’Università di Bari.

I giovani e la rete: l’opinione dei ragazzi

Dopo aver ascoltato l’esperienza di due giovani youtuber che lavorano proprio grazie alla rete, gli studenti delle scuole intervenute al convegno hanno partecipato a una tavola rotonda con esponenti della stampa e della tv nazionale sul tema “Etica e sperimentazione nella comunicazione mass mediale”. Agli esperti, i ragazzi hanno chiesto un’opinione, concentrandosi sul fenomeno delle fake news e dell’odio sui social.
Internet affida sopratutto ai ragazzi, che sono gli utenti più presenti in rete, nuove responsabilità che prima erano un compito quasi esclusivo dei giornalisti. Si pensi, ad esempio, alla condivisione in rete delle fake news e all’esigenza, ormai vitale, di verificare le fonti di una notizia. Sono tantissimi i casi di notizie false, la cui diffusione è stata enormemente ampliata proprio a causa della rete. Di qui la proposta, che suona come una necessità, di imporre anche a Facebook le regole deontologiche. Le stesse, del resto, avrebbero valenza anche per l’odio sui social e per il cyberbullismo. Nella scrittura (su qualsiasi mezzo) bisognerebbe tenere a mente il principio che recita:

«Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te».

Bisogna ristabilire un rapporto con il reale, ma anche con le parole, educandoci ad usarle con cura e a praticare il rispetto verso gli altri.

Televisione e pubblicità

Non sfugge a questa disamina, il ruolo della televisione che spesso non produce contenuti adatti ai più piccoli. È importante, allora, investire sui canali dedicati ai bambini e ai ragazzi e, in generale, su tutti i programmi che, pur non facendo informazione, possono esprimere un punto di vista sull’attualità, attraverso il potere immaginifico del racconto.
Proprio sulla televisione si sono concentrati gli studenti delle scuole, partecipando al concorso (senza vincitori) “Salviamo i bambini dalla pubblicità”. Gli studenti hanno preparato video, filastrocche, lavori collettivi per evidenziare come spesso le pubblicità siano ingannevoli o abbiano come protagonisti i minori, nonostante questi non abbiano nulla a che fare con l’oggetto o l’iniziativa pubblicizzata.

La lettera di Bari

Nella “Lettera di Bari”, un messaggio dedicato dal Forum Bambini e Mass Media agli operatori della comunicazione e alle istituzioni, si legge: «Abbiamo bisogno che nel tam tam mediatico e crossmediale i bambini e gli adolescenti siano la stella polare del linguaggio che si usa, perché sono fruitori-protagonisti come gli altri (se non più degli altri) e hanno diritto a conoscere, capire, interpretare, essere educati e formati ad essere cittadini del mondo, giusti e veri».
Hanno collaborato alla terza assemblea del Forum la Presidenza del Consiglio della Regione Puglia, il Comune di Bari, l’Università degli Studi di Bari, il Corecom Puglia – AGCOM, il Garante dei diritti dei Minori della Regione Puglia, l’Unione Cattolica Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti di Puglia, il Circolo delle Comunicazioni Sociali “Vito Maurogiovanni”, l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto.